A Roma il corteo per l'acqua pubblica e contro il nucleare: ''Siamo 300mila''
Ha sfilato da piazza della Repubblica a piazza San Giovanni, a Roma, il corteo per la difesa dell'acqua pubblica e contro il nucleare. Dal palco gli organizzatori hanno fatto sapere che per la mobilitazione per la campagna referendaria sono scese in piazza oggi 300mila persone.
''Un grande successo di popolo. Un risposta forte a chi vuole privatizzare l'acqua e riportare il nucleare in Italia'', commentano le oltre 70 associazioni del Comitato 'Vota Sì per fermare il nucleare' che esprimono la loro soddisfazione per una manifestazione ''imponente, gioiosa, che guarda al futuro, non come il programmi atomici del governo''. ''Invitiamo gli italiani a votare 'sì' al referendum per fermare il nucleare del 12 e 13 giugno - concludono le associazioni -. E questo imponente corteo colorato è decisamente un buon viatico per vincere quella consultazione''.
Tante le bandiere e gli striscioni alla mobilitazione a sostegno del referendum che chiamerà gli italiani ad esprimersi sulla privatizzazione dell'acqua e sul nucleare nel nostro Paese: 'Voglio l'acqua il sole mica la luna', 'Mai più nucleare mai più uranio impoverito', 'No alla guerra per l'acqua, per il petrolio e per l'uranio'. A ricordare che l'acqua non è un bene in vendita i manifestanti hanno portato in piazza un grande rubinetto che porta la scritta 'L'acqua non si vende'.
Al corteo hanno partecipato anche Nichi Vendola, Leoluca Orlando, Paolo Ferrero ed Ermete Realacci. "Con la moratoria - ha sottolineato il leader di Sel - il governo vuole fare il modo che passi la paura. Faremo in modo che la paura non passi". "La moratoria - ha concluso - deve essere per sempre". "Invito tutti a partecipare al referendum - ha detto da parte sua Ferrero - perché così avremo la possibilità di chiudere per sempre la partita del nucleare".
Alla mobilitazione nazionale hanno aderito le associazioni ambientaliste come il Wwf, Legambiente, la Costituente ecologista, l'Usb, la Federazione della sinistra, Sinistra critica ed i Verdi e numerosi comuni che hanno portato in piazza i loro gonfaloni.
Al corteo si è unito infine un gruppo di giovani libici e italiani che ha manifestato contro l'intervento in Libia. I dimostranti hanno portato bandiere del Paese e tanti cartelli con la scritta 'No alle bombe Onu sul popolo libico', 'We love Libya', 'No alle bombe umanitarie apriamo un canale diplomatico'. "Siamo qui - ha spiegato uno dei manifestanti - per fermare le bombe. Vogliamo un'azione diplomatica per evitare altri morti".
Fonte controlacrisi.org
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