Rogo “Biondi recuperi", è ora di vederci chiaro
PERUGIA - “E’ intollerabile che a distanza di soli 15 mesi dell’ultimo incendio, l’azienda ‘Biondi recuperi’ di Ponte San Giovanni torni a bruciare, sempre di domenica e per la terza volta in quattro anni, causando un grave danno all’ambiente e alla popolazione circostante. Per questo siamo pronti ad attivare tutti gli strumenti di competenza dell'Assemblea legislativa, a cominciare dalla richiesta avanzata oggi di presa in carico del caso da parte della, Commissione analisi e studi su criminalità organizzata ed infiltrazioni mafiose, da poco costituita, affinché i cittadini siano pienamente informati sulla vicenda e, più in generale, sulle dinamiche legate allo smaltimento dei rifiuti affrontando anche il tema della possibile permeabilità di questo settore rispetto alle reti criminali”. E’ quanto affermano in una nota congiunta la vice presidente della Commissione Antimafia, Simona Meloni (Pd) e i capigruppo del Movimento 5 Stelle, Thomas De Luca e del Partito Democratico, Tommaso Bori.
“Nuovamente una colonna densa di fumo nero ha ricoperto il cielo di Balanzano, innalzando una coltre visibile da più parti, dalla cintura dei Ponti di Perugia fino alla lontana Assisi – ricordano i consiglieri – rendendo l'aria irrespirabile. Ci sentiamo di ringraziare innanzitutto le squadre intervenute repentinamente, che hanno evitato danni peggiori, e intendiamo augurare un pronto recupero al vigile del fuoco che, a quanto abbiamo appreso, è stato colpito da malore durante le operazioni di spegnimento. In attesa di conoscere il livello dei contaminanti (diossine/PCB inclusi) su suoli e alimenti, nonché l’esito dei primi accertamenti degli organi inquirenti - precisano - riteniamo doveroso prendere una posizione netta circa una vicenda grave quanto intollerabile”.
“Chiediamo pertanto all’Agenzia regionale per l’ambiente (Arpa) di informare puntualmente sui dati che saranno messi a disposizione a partire dalle prossime ore e, nel frattempo, ci accingiamo a depositare un'interrogazione per avere risposte ai molti interrogativi che tengono banco in queste ore. Molti sono i dubbi che dovranno essere chiariti al più presto - aggiungono - tenuto conto che l'incendio è avvenuto sempre nello stesso punto del deposito, e, a prendere fuoco, sono stati rifiuti conferiti soltanto il giorno prima: legno, plastica, carta non ancora spacchettati e lavorati, al cui interno potevano esserci impurità e sostanze contaminanti. Rimangono sul tappeto ancora molte domande rispetto a cosa sia realmente cambiato in quell’azienda dall'incendio dello scorso anno. Se, ad esempio, c’è stato un potenziamento dei controlli e un adeguamento alle prescrizioni per la sicurezza”.
“A quanto ci è dato sapere - sottolineano i tre consiglieri - l'indagine dopo il rogo del marzo 2019 è tuttora in corso, con una doppia ipotesi di reato: incendio doloso a carico di ignoti e gestione illecita di rifiuti, con l'ipotesi di averli stoccati in altezze superiori al consentito e in spazi 'vietati'. Ancora tutta da chiarire anche l'anomalia del malfunzionamento della telecamera posizionata sul piazzale che ha reso estremamente più difficile capire le cause di quell'evento. Date queste premesse - dichiarano Simona Meloni, Thomas De Luca e Tommaso Bori - ci auguriamo che almeno questa volta l'impianto di videosorveglianza sia rimasto in funzione e che possa servire al buon esito delle indagini. I fatti di ieri seguono di poco tempo quelli di due altri incendi anomali divampati a Trevi e Terni. Si fa quindi sempre più urgente - concludono - intensificare un’azione di vigilanza e una riprogrammazione urbanistica-territoriale sull'intero territorio regionale di questo genere di attività impiegate nello stoccaggio di materiali pericolosi o altamente infiammabili, da delocalizzare, per quanto possibile, in aree più appropriate e lontane dai centri abitati".
NELLA FOTO L'INCENDIO DELL'AGOSTO 2017 QUANDO LE FIAMME AVVOLSERO 4 AUTOARTICOLATI
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