"Dopo una lunga, laboriosa e difficile gestazione la Regione ha presentato il piano di riordino del Servizio Sanitario Regionale. Ma quello che viene presentato come un piano rivoluzionario - afferma in una nota il Coordinatore Regionale di Futuro e Libertà Umbria, Carla Spagnoli - mostra molti punti critici che richiedono una discussione approfondita. Il piano presentato nasce dall’ esigenza di reperire fondi a causa del taglio di 120 milioni di euro da parte della Stato per il biennio 2013-2014 e ciò a cui assisteremo nei prossimi giorni sarà la lotta per la spartizione delle risorse residue. Il sistema va certamente riformato, razionalizzato e snellito ma quello che ci preoccupa è come tutto ciò sarà attuato. Il progetto di integrazione tra Università ed Ospedale viene previsto con un forte sbilanciamento decisionale a favore dell'Università."

"Il piano di integrazione tra le chirurgie - continua la nota della Spagnoli - con la previsione di equipes itineranti, alla fine si trasformerà in un drastico ridimensionamento delle strutture periferiche, indipendentemente dal loro livello qualitativo, a favore delle Aziende Ospedaliere. Sono stati enunciati tanti progetti per la medicina di base e per i Distretti, ma poco si evince su come la disabilità, la malattia mentale e le esigenze degli anziani troveranno delle risposte ai loro drammatici problemi. Si parla di centralità degli acquisti dei beni sanitari, operazione non solo condivisibile ma certamente auspicabile, però i risultati delle precedenti esperienze lasciano ben poco spazio all'ottimismo. Nel piano non troviamo quali saranno i criteri di valutazione delle prestazioni offerte dai vari servizi. Abbiamo due Aziende ospedaliere che saranno gestite dalla Regione e dall'Università, che hanno l'obbligo di fornire un'eccellenza documentata e non autoreferenziale e che devono frenare l'export verso le altre regioni che costa ben 80 milioni di euro".

"Abbiamo tutta una serie di strutture periferiche, spesso sorte solo in base ad interessi elettorali, che se valide - conclude Carla Spagnoli - hanno tutto il diritto di essere mantenute e anche potenziate ma che, se inefficienti, devono essere chiuse o riconvertite. Vorremmo sperare che sia la logica del merito quella che indirizzerà chi deve prendere le decisioni, ma poiché sperare che la politica la smetta di gestire e condizionare la sanità è pura utopia, siamo convinti che la futura ristrutturazione sarà il risultato di un compromesso tra poteri forti e potere politico, con trattamenti di favore riservati ai feudi elettorali più influenti. Infine le liste d'attesa. Oggi come oggi la Regione ha solo da guadagnarci, ha fatto la bella mossa di non aumentare i ticket, ma spinge verso le prestazioni a pagamento dove ha messo un ticket di “appena” il 29%, si toglie da una parte per prendere da un'altra! Si faccia piuttosto una ricognizione di tutti i servizi coinvolti, si individuino le richieste improprie, si valutino i carichi di lavoro, si colpiscano le inefficienze e dove invece c'è l'impossibilità di soddisfare la richiesta a causa di risorse insufficienti si prevedano incentivi per gli operatori, con un piano organico e di lungo respiro".

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