Riforme regionali. Un unico Ambito regionale per acqua e rifiuti
Si è svolta questa mattina a Palazzo Cesaroni la seduta congiunta delle Commissioni Prima e Seconda del Consiglio regionale per avviare l'iter della proposta di legge di iniziativa delle Giunta "Norme per il riordino del servizio idrico integrato". Ai lavori ha preso parte l'assessore Silvano Rometti, spiegando: “All'interno della impostazione che questa Amministrazione si è data, anche nell'ambito sui servizi pubblici locali, la Regione prevede un'opera di ulteriore semplificazione, oltre a quella già attuata alcuni anni fa nei settori acqua e rifiuti. Oggi per questi due servizi abbiamo 3 ambiti per l'idrico e 4 per quanto riguarda i rifiuti.
Il disegno di legge prevede di andare ad un assetto di ambito regionale, anche in ragione delle dimensioni contenute dell'Umbria. Queste funzioni verranno riorganizzate su base regionale, con un ente che si chiamerà Ambito unico rifiuti e idrico. Le funzioni non cambieranno e rimarranno agli enti che le esercitano ora. La Regione svolgerà il ruolo di programmazione e i Comuni organizzeranno il servizio. Ci poniamo l'obiettivo – ha spiegato l'assessore - di razionalizzare il servizio, andare verso una unicità di tariffe e costi di smaltimento, superando la vecchia configurazione, che ha portato eccessivi oneri: va superata l'autosufficienza degli ambiti, ognuno dei quali chiedeva di realizzare impianti non inquadrati nella dimensione regionale, con costi superflui e non giustificati. Viene quindi introdotta una programmazione di dimensione regionale, con il completamento dell'impiantistica intermedia. Ci potrà essere un impianto unico per il recupero dello spazzamento stradale a Perugia, un impianto unico per il recupero della plastica a Terni, e un solo impianto per recuperare materia ed energia dalla materia umida, la cui collocazione andrà definita”.
Rometti ha quindi evidenziato che esistono alcuni punti critici come “il rispetto dei principi e dei contenuti della volontà popolare scaturita dal referendum sull'acqua pubblica. Abbiamo inserito in legge ciò che poteva essere previsto evitando impugnative da parte del governo, dato che ancora non c'è stato l'intervento del legislatore nazionale. Quella proposta è una veste snella che però non comprime l'autonomia dei Comuni. Ci sarà da gestire una fase transitoria: nell'ambito idrico c'è un sistema consolidato mentre per i rifiuti c'è una situazione in evoluzione, con i diversi Ati in situazioni diverse, tra piani d'ambito approvati e gare già esperite. Nel 2015 verrà stilato il nuovo Piano d'ambito regionale, a cui potrà fare seguito anche la creazione di una società unica per la gestione dei rifiuti, ma questo dipenderà dalle scelte dei privati. Il personale rimane quello attuale, che per legge non potrà aumentare: l'Auri avrà 15-20 dipendenti, se serviranno altri addetti saranno trasferiti dai Comuni. Gli organi non prevedono compensi e potranno farne parte sia sindaci che consiglieri. È previsto un potere sostitutivo della Regione in caso di inadempienza. Le materie del sociale e del turismo - ora delegate agli Ati - vanno alle Unioni dei comuni. Ci sarà una consulta degli utenti e dei consumatori per assicurare la l'arte coazione dei cittadini alle siete sui servizi”.
Dopo la relazione dell'assessore sono intervenuti: il capogruppo Pd RENATO LOCCHI: “bene la creazione di un ambito unico per acqua e rifiuti. Sarebbe però necessario capire a a che punto siamo arrivati con l'applicazione del piano dei rifiuti vigente. Soprattutto per quanto riguarda la chiusura del ciclo rifiuti, ricordando anche che nel febbraio 2011 fu ribadito dalla maggioranza, in sede di Dap, la necessità di procedere in quella direzione, scontando anche una divisione nella coalizione. L'argomento e caduto nel dimenticatoio e questo a noi non piace”) e il collega LUCA BARBERINI: “Necessario accelerare sulla chiusura del piano rifiuti, capisco che cambia lo scenario ma questo è un tergiversare che non ci porta da nessuna parte. Mettiamoci a tavolino e decidiamo cosa vogliamo fare per superando le discariche. Con l'ambito unico regionale si dovrà arrivare ad una tariffa unica, ma quanto avvenuto per l'acqua ci consiglia di essere cauti. Servirebbe un quadro delle tariffe aggiornato al 2012, per capire come si potrebbe procedere. Valutare la possibilità di arrivare ad un unico gestore - uno per acqua e uno per rifiuti - anche se ci sono situazione diverse nei diversi ambiti attuali”.
Rometti ha così replicato: “Il piano rifiuti aveva obiettivi molto ambiziosi. Siamo arrivati al 47 per cento di raccolta differenziata, con difficoltà notevoli nella bassa Umbria. La riduzione dei rifiuti c'è stata, con un meno 20 per cento legato alla efficienza della raccolta differenziata e a pratiche nuove che hanno portato alla riduzione della plastica grazie alle fontanelle pubbliche. Tutte le Regioni chiedono di spostare l'obiettivo del 65 per cento, dato che non sarà possibile raggiungerlo nel 2012. Dobbiamo potenziare l'impiantistica intermedia che ci consentirebbe di andare oltre le pratiche di riuso dei materiali, minimizzando la parte che va in smaltimento. La chiusura del ciclo: il piano regionale rifiuti deve essere applicato, nonostante le posizioni manifestate da alcuni territori. Una riflessione sugli scenari quantitativi del piano va fatta: le 594 mila tonnellate previste non verranno raggiunte, probabilmente ci fermeremo a 540. L'individuazione del sito per la chiusura del ciclo incontra notevoli difficoltà. Ci sono novità, anche di tipo tecnologico, su cui bisogna fare attenzione. Probabilmente sarà necessario un approfondimento su alcuni punti del piano, anche perché il recente decreto che autorizza lo smaltimento tra differenti regioni potrebbe creare problemi”.
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