di Luigi Manconi

Questa volta, il lapsus è davvero grande come una casa. Per dichiarare guerra alla egemonia ideologica della sinistra e per imporre una drastica svolta nella formazione dell’opinione pubblica, la destra non trova nulla di meglio che ricorrere al più consunto vocabolario della stessa sinistra.

Il sottosegretario alla Cultura Gianmarco Mazzi, di Fratelli d’Italia, ha candidamente dichiarato: «occorre una nuova narrazione dopo la nostra vittoria elettorale».

Capite? Narrazione: la più logora delle espressioni verbali adottate dalla retorica progressista nella fase del suo malinconico declino e diventata stereotipo sub-letterario (qualche sciagurato osa addirittura “narrativa”).

Le reazioni del Governo e di una parte dei media al Festival di Sanremo rappresentano la dichiarazione di un complesso di inferiorità.

Il Festival di quest’anno è stato quello che è sempre stato: lo specchio – fedele, deformato o semplicemente deforme – dei residui tratti nazional-popolari della società italiana.

La destra italiana alla fine del Festival si è comportata in maniera irresistibilmente autoritaria: via i vertici Rai, Fedez, Amadeus. Ancora una volta, l’intolleranza appare come la manifestazione di una insicurezza patologica.

Dunque, da questa demenziale settimana sanremese, emerge un singolarissimo paradosso: Fratelli d’Italia prevale largamente nelle urne e la coalizione di destra ha la maggioranza, ma non sembra esprimere adeguatamente lo spirito pubblico del paese. Certo, interpreta alcuni temi di senso comune, come la sicurezza, molto remunerativi sul piano elettorale, ma non altri: tanto meno quelli relativi alla sfera della soggettività e dell’autonomia della persona.

D’altra parte, la sinistra sembra rappresentare meglio queste domande di libertà, anche se a metterle in scena non sono certo le rappresentanze partitico-parlamentari di quell’area, bensì i protagonisti dello spettacolo, dei social e della comunicazione. 

L’immagine finale che ne risulta è quella di un Paese tendenzialmente schizofrenico.

Fonte: facebook.com/manconi

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