PERUGIA - ''Si ravvisa un grave ritardo sui tempi di attuazione del piano dei rifiuti regionale, sia per quanto riguarda la raccolta differenziata che l'individuazione dei siti da destinare all'inceneritore, anche se l'ampliamento delle discariche consentira' la messa in sicurezza del ciclo dei rifiuti per ancora diversi anni. Resta il fatto che mentre in tutta Europa le discariche chiudono, in Umbria le ampliamo'': e' la considerazione politica del presidente del comitato del consiglio regionale per il monitoraggio e la vigilanza sull'amministrazione regionale, Franco Zaffini, dopo aver ascoltato le audizioni dei presidenti degli Ati (Ambiti territoriali integrati) sullo stato di attuazione del piano regionale (stamani le audizioni di Giampiero Giulietti, presidente Ati 1, Wladimiro Boccali, presidente Ati 2, e Fausto Galilei, direttore dell'Ati 3; il rappresentante dell'Ati 4 era gia' stato ascoltato in precedenza, ndr).

''Nell'Ati 1 - ha spiegato Giulietti - siamo ormai alla saturazione della discarica di Belladanza, per cui il nostro Piano d'Ambito ne prevede l'ampliamento e si aggancia anche all'ampliamento della discarica di Borgo Giglione, in grado di risolvere il problema per diversi anni. Il territorio dell'Alta Umbria produce 74 mila tonnellate di rifiuti l'anno ed attualmente la raccolta differenziata si attesta al 40 per cento di media annuale, quantita' che contiamo di migliorare con l'incremento della raccolta porta a porta e la diminuzione della quantita' di rifiuti prodotta, ma senza Borgo Giglione - ha concluso - sara' dura rispettare il parametro previsto dal Piano regionale dei rifiuti''. Attualmente la gestione del ciclo dei rifiuti dell'Ati 1 e' gestita da due aziende in house, il cui contratto e' in scadenza a marzo 2012, termine entro il quale verra' indetta una nuova gara d'appalto''.

La discarica di Borgo Giglione e' anche per l'Ati 2, che comprende il capoluogo di regione, la ''garanzia per altri 9 anni, con 930mila metri cubi disponibili'', ha spiegato il presidente e sindaco di Perugia Wladimiro Boccali. ''Il piano d'ambito dell'Ati 2 gia' esiste - ha detto - e lo stiamo rendendo conforme alle nuove disposizioni. Per quanto riguarda la raccolta differenziata abbiamo un dato medio annuale che si attesta sul 45 per cento, con picchi importanti anche oltre il 65 per cento. Perugia e' al 47 per cento, con un incremento su base annua del 12 per cento''.

Per quanto riguarda la chiusura del ciclo, Boccali ha detto che fra circa quattro mesi sara' pronto il previsto studio di fattibilita' (il piano dei rifiuti regionale indicava il 31 dicembre 2011 come termine, ndr) che condurra' poi alla Vas (Valutazione ambientale strategica, ad opera della Regione, ndr) entro circa un anno.

Per quanto riguarda l'Ati 3, Galilei ha voluto sottolineare che e' l'unico senza discarica e che ''pur essendoci adeguati al piano, la Regione deve dirci dove conferire i nostri rifiuti - ha affermato - visto che Sant'Orsola ha ancora dai sei agli otto mesi di vita solo perche' grazie agli impianti a biogas c'e' stato uno sgonfiamento della discarica (abbassamento del livello delle masse, ndr), e la prevista contrattazione fra territori non ci ha risolto il problema: Perugia ha detto subito di no - ha spiegato Galilei - perche' deve prima pensare ai suoi rifiuti, mentre il conferimento a Orvieto presenta dei costi proibitivi. Percio' se Terni non firma l'accordo, dovra' decidere la Regione Umbria. Volendo - ha aggiunto - Sant'Orsola potrebbe essere ancora ampliata, ma non e' certo questa la soluzione definitiva''. L'Ati 3 produce 100 mila tonnellate di rifiuti l'anno, di cui solo il 38 per cento viene differenziato. L'obiettivo del 65 per cento, ha spiegato il direttore, ''sara' realisticamente raggiunto nel 2013''. Il piano d'ambito, adottato fin dal 20 novembre 2010, sara' approvato solo dopo la gara che dovra' stabilire, entro il prossimo mese di marzo, chi sara' il gestore unico di ambito''.

''Altro problema, in un territorio dove ancora coesistono Tia e Tarsu e dove la Vus gestisce sia i rifiuti che l'acqua, sara' rappresentato dall'unificazione tariffaria: ''se dovremo pagare come a Perugia - ha rimarcato il direttore dell'Ati 3 - significherebbe per il nostro territorio un incremento di oltre il 150 per cento. Per questo i Comuni hanno chiesto tempo, per rendere graduale questo passaggio''.
 

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