PERUGIA - “Non basta dire no ai rifiuti di Roma, per essere credibili serve un vero piano organico che affronti tutte le criticità del sistema in Umbria, a partire dall’eccessiva frammentazione nella gestione del ciclo dei rifiuti. Non è possibile, infatti, che in una realtà di nemmeno 900mila abitanti operino ben 16 diverse società”. Ad affermarlo è Vasco Cajarelli, segretario regionale della Cgil dell’Umbria, secondo il quale “se esistesse una società regionale unica di gestione dei rifiuti, a controllo pubblico, oggi questa polemica innescata dalle parole della sindaca di Roma sugli impianti di Acea presenti nella nostra regione, non sarebbe neanche esistita – continua Cajarelli – quindi la politica, anziché alimentare polemiche, dovrebbe rispondere con i fatti, procedendo alla razionalizzazione del settore, che come Cgil chiediamo da tempo, accelerando quindi il percorso di effettiva attivazione dell’Auri e recuperando il tempo perso, ormai un anno e mezzo, non solo per responsabilità della giunta regionale, ma anche di molti Comuni umbri”.

“Solo una razionalizzazione e una vera programmazione del ciclo dei rifiuti, sempre più lavorando in sinergia con Marche e Toscana, ci metteranno al riparo da rischi come quello paventato in questi giorni e da ogni possibile ‘colonizzazione’ da parte di grandi società – conclude Cajarelli – consentendo al contempo di puntare davvero all’obiettivo di portare la raccolta differenziata al 70% su tutto il territorio regionale e di ridurre sensibilmente il costo del servizio per i cittadini, oggi tra i più alti d’Italia”.

Condividi