Rifiuti, Uiltrasporti Umbria: la differenziata spinta è causa di problemi
Il segretario generale Stefano Cecchetti analizza la gestione della raccolta differenziata
(AVInews) – Perugia, 21 apr. – “La raccolta differenziata dei rifiuti resta la strategia vincente, accompagnata da una politica industriale di implementazione di impianti dedicati di ultima generazione, affinché si verifichi l’economia circolare, importantissima per il riutilizzo delle materie rielaborabili e riciclabili ai fini del risparmio economico, ma soprattutto posto a salvaguardia dell’ambiente. A condizione però che tale sistema sia sostenibile. Quando diventa esasperato, come il sistema di raccolta differenziata spinta, allora qualche problema si pone in termini economico-ambientali e salutari”. Così Stefano Cecchetti, segretario generale di Uiltrasporti Umbria, analizza la gestione della raccolta differenziata.
“Economico-ambientali – spiega Cecchetti – perché a differenza dei sistemi di raccolta tradizionale, la raccolta differenziata spinta richiede un maggior numero di personale e mezzi necessari per capillarizzare il sistema (ad esempio lo stesso percorso che tradizionalmente è compiuto da un autocarro robotizzato grande e un operatore, nel caso di raccolta differenziata spinta comporta almeno tre mezzi piccoli e da tre a sei operatori). Ne consegue inevitabilmente maggiore costo e maggiore impatto ambientale. Salutare perché la necessaria manualità utile al carico dei rifiuti nel mezzo e il ripetersi sali/scendi da parte degli operatori dallo stesso (dalle 250 alle 400 volte al giorno) è ormai provato scientificamente che in poco tempo, a causa dell’alto attrito musco/scheletrico, generi malattie professionali, infortuni e inidoneità parziale a volte totale, per gli stessi operatori. Il tutto aggravato dalla spinta delle amministrazioni locali tese sempre al contenimento dei costi, che si riflette negativamente con una risposta esasperata delle aziende che gestiscono il servizio nei confronti dei propri dipendenti in ordine all’innalzamento della produttività individuale, che si traduce in carichi di lavoro sopra il limite consentito. Praticamente una spirale senza fine: il servizio costa maggiormente e, per evitare l’aumento delle tariffe ai cittadini, si spremono pregiudizialmente le lavoratrici e i lavoratori del settore. In termini di macroeconomia, una azienda che gestisce il servizio di raccolta e smaltimento rifiuti, che al suo interno ha personale parzialmente inidoneo, destinato a crescere numericamente, perde notevolmente di produttività e cresce nei costi”.
“Diventa sempre più necessario – conclude Cecchetti – che i gestori, ma soprattutto le amministrazioni locali, si soffermino a riflettere se, in questa era di forte crisi economica per le famiglie, si possa continuare ad alimentare il vortice di aumento delle tariffe, assolutamente in controtendenza con quanto promesso all’origine, che la raccolta differenziata spinta avrebbe portato al contenimento, addirittura per qualche amministratore oltranzista alla riduzione, delle tariffe sui rifiuti per i cittadini. Oggi è certo non è stato così. Per la Uiltrasporti dell’Umbria, oltre all’aspetto economico, preme l’aspetto che riguarda la salvaguardia della salute delle lavoratrici dei lavoratori. Innalzare gli indici occupazionali va bene, ma quando le condizioni di lavoro sono accettabili. Se invece, come in questo caso, per innalzare l’occupazione c’è un caro prezzo da pagare per i lavoratori, allora diventa insostenibile per il grave aumento di infortuni sul lavoro, spesso gravi, e di malattie professionali riscontrate in ambito al settore Igiene ambientale, tendenti ad accrescere ancora. Prima che sia troppo tardi, fermiamoci a riflettere tutti, perché tutti ne trarranno vantaggio”.
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