Rifiuti/ Tariffe fuori controllo: Umbria spesa media annua 265,5€, +2,7%
Rifiuti a peso d’oro: rispetto all’ultimo anno, in Umbria la spesa media annua del servizio di smaltimento dei rifiuti solidi urbani è leggermente aumentata (+2,7%), confermandosi al di sopra – di 19,5€ - della media nazionale, pari a 246€.
In assoluto, in Italia la spesa media annua più alta si registra in Campania con 378€, la più bassa in Molise 146,5€, a dimostrazione di una marcata differenza tra aree geografiche del Paese, che trova conferma anche all’interno di una stessa Regione: in Umbria, a Perugia la Tia arriva a costare 301€, 71€ in più della Tia che si paga a Terni.
Da notare come in Umbria dal 2010 al 2011 si sia registrato un incremento tariffario (+2,7%) leggermente superiore a quello registrato a livello nazionale (+2,1%), mentre dal 2007 ad oggi l’incremento arriva al +18,8%, a fronte di un incremento su scala nazionale del +14%.
Italia che vai, rifiuti che trovi. Il Sud ne produce di meno ma gli costano di più: in media, per pagare la bolletta dei rifiuti si spende di più nelle regioni del meridione (264€), dove l’aumento rispetto al 2010 è stato dell’1,5% (+15% rispetto al 2007); seguono le regioni centrali (252€), +2% rispetto al 2010 (+14,5% rispetto al 2007) e il Nord Italia (228€) con un +2,2% rispetto al 2010 (+12% rispetto al 2007).
Di contro, è il Centro che registra la media più elevata in quanto a produzione pro capite di rifiuti: (604 kg), seguito da Nord (530kg) e Sud (493 kg).
I virtuosi della raccolta differenziata, invece, sono le regioni del Nord, nettamente avanti (48%, sostanzialmente in linea con quanto stabilisce la legge) rispetto a Centro (25%) e Sud (19%).
Nello studio realizzato dall’Osservatorio prezzi & tariffe di Cittadinanzattiva, l’analisi a carattere nazionale del servizio di smaltimento dei rifiuti solidi urbani in termini di costo sopportato da una famiglia-tipo di tre persone con reddito lordo complessivo di 44.200€ ed una casa di 100 metri quadri.
L’indagine ha riguardato tutti i capoluoghi di provincia nel 2011, ed è disponibile on line su www.cittadinanzattiva.it con il prospetto per ciascun capoluogo e la composizione delle voci di costo.
Tia o Tarsu? In positivo, a più di dieci anni dal Decreto Ronchi del 1997, Terni e Perugia sono passate dalla Tarsu alla Tia. In negativo, rispetto al 2010, sia a Terni che a Perugia le tariffe sono aumentate (rispettivamente, +4,1% e +1,7%). Addirittura, dal 2007 ad oggi, gli incrementi sono stati del +27,1% e del +13,2% rispettivamente.
Produzione e gestione dei rifiuti: secondo l’ultimo rapporto dell’Agenzia per la protezione dell’ambiente e per i servizi tecnici (presentato nell’aprile 2011), nel 2009 in Umbria la produzione pro capite di rifiuti urbani è diminuita dell’3,8% rispetto all’anno prima. Cresce anche il livello di raccolta differenziata che raggiunge il 30,4% del totale dei rifiuti prodotti in regione (fonte: ISPRA, 2011), a fronte di una media nazionale pari al 33,6%.
Caro bollette in Italia: in media, in un anno la nostra famiglia-tipo ha sostenuto nel 2011 una spesa di 246 euro per il servizio di smaltimento dei rifiuti solidi urbani, con Napoli quale città più cara per le tariffe rifiuti (508€) e Isernia la più economica (122€).
Il commento di Anna Rita Cosso, segretaria regionale dell’Umbria di Cittadinanzattiva: "I dati nazionali dimostrano che laddove la raccolta differenziata viene fatta seriamente, i costi per i cittadini sono minori. Mentre sono maggiori, indipendentemente dalla quantità di rifiuti prodotta, laddove si seguono modalità non virtuose di governo del ciclo dei rifiuti. Una raccolta differenziata con percentuali così basse come sono quelle riportate dal rapporto per l'Umbria è il vero scandalo: il dato del 2009 è certamente migliorato nel 2010 e
2011, ma sempre estremamente al di sotto degli obiettivi dati dalla Regione . In Umbria, nonostante anni di campagne pro-differenziata, siamo ancora al palo e i costi lievitano comunque. Perché? Evidentemente perché la raccolta è affidata a Società che curano anche lo smaltimento e che guadagnano di più nella gestione delle discariche, per cui non hanno l'interesse a sviluppare la raccolta porta-a-porta, unica modalità che garantisce di far decollare veramente la differenziata. Anzi premono per imporre la costruzione di un
nuovo termovalorizzatore (vale a dire un inceneritore) a Perugia, la forma in assoluto più redditizia per loro, ma più nociva per i cittadini."
Il commento di Antonio Gaudioso, vicesegretario generale di Cittadinanzattiva: “La gestione del ciclo dei rifiuti è emblematica delle tante contraddizioni di cui è vittima il nostro Paese: il servizio non migliora mentre i costi sopportati dalle famiglie sono sempre maggiori. In particolare, le tariffe aumentano di più nelle zone del Paese a più basso reddito: negli ultimi 5 anni, sono aumentate mediamente del 44% in Campania e del 20% circa in Calabria. Da Sud a Nord, gli incrementi si registrano ovunque, a dimostrazione della mancanza di una politica nazionale della gestione dei rifiuti, capace di legare gli elementi di costo ad elementi di qualità del servizio, a tutto vantaggio di chi continua ad operare in assoluta assenza di trasparenza. La conseguenza di tutto ciò è che in Italia, più del 40% dei rifiuti va ancora a finire in discarica, la raccolta differenziata stenta al Centro e al Sud e il coinvolgimento dei cittadini nella valutazione del servizio, previsto dal 2008, è ancora un’utopia”.
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