“L'Umbria è una piccola regione con poco più di 800mila abitanti: ci chiediamo come sia possibile che si vada
inesorabilmente verso l'emergenza rifiuti”. Orfeo Goracci (Prc-Fds) definisce questo quadro “surreale” e conferma che “a nessuno sarà concesso di adottare scelte non condivise e di prendere scorciatoie per
chiudere il ciclo dei rifiuti, ad iniziare dal far ricorso ai cementifici per bruciarli”.

Nel manifestare la sua preoccupazione, Goracci fa sapere di aver presentato, oltre un anno fa (21 settembre 2010) una interrogazione alla Giunta per conoscere lo stato di attuazione del Piano regionale di gestione integrata dei rifiuti. “Facevo particolare riferimento – ricorda il consigliere regionale - alla parte che affidava agli ATI (Ambiti territoriali integrati) la funzione di predisporre ed adottare Piani d'ambito che dovevano dare gambe ed attuazione al Piano regionale. Segnalavo con particolare preoccupazione i ritardi che si stavano accumulando su diversi fronti e le incertezze che, perdurando, avrebbero portato all'emergenza rifiuti nella nostra regione. Ora, purtroppo, ci siamo arrivati”.

“Come tutti sapevano e sapevamo – aggiunge Goracci-, le discariche, che avrebbero dovuto avere via via un ruolo sempre più marginale, stanno esaurendo la capacità di ricevere rifiuti. I Comuni stanno andando in crisi. La Regione propone soluzioni 'tampone'. A tutto ciò si aggiungono, come nel caso della discarica di Gubbio, difficoltà tra Enti che gestiscono gli impianti e coloro che esercitano funzioni delegate in materia di
controlli”.

Goracci osserva come “i risultati della raccolta differenziata, pur con qualche eccezione, hanno raggiunto livelli medi molto lontani da quelli indicati dal Piano regionale. La quota del 65per cento prevista per la fine
di quest'anno appare ad oggi una chimera. Nel frattempo – aggiunge - la Giunta ha predisposto un Regolamento che verrà sottoposto al Consiglio regionale per l'applicazione delle sanzioni ai Comuni che non raggiungono gli obiettivi indicati dal Piano. A vederlo da fuori – conclude - sembra un quadro surreale”.

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