PERUGIA - Sono ancora in corso le indagini che ipotizzano reati gravissimi per inquinamento e truffa sulla tariffa rifiuti pagata dai comuni, quindi dai cittadini, mentre si profila un altro “bubbone” rifiuti, nel silenzio generale delle Istituzioni competenti, soprattutto dei sindaci, che dovrebbero intraprendere azioni di tutela a favore della corretta gestione dei rifiuti e delle “tasche” dei cittadini. E’ quanto si sostiene in una nota del gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle al Comune di Perugia che si accinge a presentare in merito un esposto alla magistrature.

“Entro fine ottobre – si legge nella nota in questione - la Regione deve pronunciarsi definitivamente sul noto bioreattore di Borgo Giglione, in cui viene portato il sottovaglio Forsu (frazione umida dei rifiuti urbani differenziati) dei 24 comuni dell’Ati 2 per essere stabilizzato. Il Bioreattore è stato sperimentato per quattro anni e i risultati finali sono stati negativi. C’è chi asserisce che la gestione non sarebbe avvenuta in maniera corretta e che quindi sarebbe impossibile valutare i dati emersi e che in parte tali dati non siano stati neppure forniti in maniera esaustiva. C’è di parla di incapacità tecnico-gestionale”.

“Venendo meno il Bioreattore – si afferma ancora -, si rischierebbe di dovere portare i rifiuti da trattare fuori regione, con un costo enorme che anche a questo “giro” si vorrebbe scaricare sui cittadini. C’è chi paventa costi tariffari per oltre il doppio di quelli attuali, per tutti i comuni dell’Ambito n. 2 gestiti da Gesenu, Ecocave, TSA e SIA. Ovviamente stante le tonnellate prodotte, per il Comune di Perugia vorrebbe dire sobbarcarsi quasi la metà dell’incremento complessivo. L’alternativa, almeno in parte, al conferimento fuori regione sarebbe la riconversione dell’impianto di Pietramelina che non sarebbe quindi più dedicato alla produzione di compost, ovvero al trattamento della frazione organica e per cui vi era invece un progetto di ottimizzazione, a cui era destinato un importante finanziamento pubblico di oltre 2 milioni e seicentomila euro che la Regione ha revocato”.

“Chi risponderà dei danni conseguenti alla perdita del finanziamento e cosa è successo veramente nella vicende del Bioreattore, che è cruciale nella gestione dei rifiuti di tutti i comuni dell’Ati 2? Visto peraltro che, al di là della propaganda degli amministratori di turno, la raccolta differenziata è al palo e produce un numero di scarti impressionante” si domanda il M5S, che si chiede anche “Perché ad oggi nessuna delle Istituzioni competenti tra Ati e Sindaci, in primis Romizi, presidente dell’assemblea dei sindaci, ha intrapreso azioni per l’accertamento delle responsabilità e il risarcimento dei danni e lascia che di nuovo si paventi di scaricare tutti i costi ambientali ed economici sulla collettività?”.

“Il M5S vuole vederci chiaro – chiude la nota -, ma anche questa volta è costretto a rivolgersi alla magistratura”.

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