PERUGIA - ''La classifica dei 'Comuni ricicloni' di Legambiente ci inchioda tra le ultime posizioni in Italia. Non e' una novita', ma colloca il nostro dato su un contesto nazionale e deve indurci a una inversione di rotta. Magari prendendo esempio dalle regioni piu' avanzate e iniziando a mettere in atto una seria politica di riduzione, riuso e raccolta differenziata, con investimenti adeguati e con la creazione delle filiere del recupero'': cosi' Oliviero Dottorini, capogruppo dell'Italia dei Valori in Consiglio regionale, commenta ''gli sconfortanti numeri che emergono dal dossier di Legambiente, che certificano nero su bianco il fallimento delle politiche finora attuate sulla raccolta differenziata dei rifiuti in Umbria''.

''Ad essere presi in esame - spiega Dottorini in una nota del Consiglio - sono i comuni che nel 2010 hanno raggiunto almeno il 60 per cento di raccolta differenziata. Raffrontare il 3,3 per cento dell'Umbria con il 65,6 per cento del Veneto o il 34,2 del Friuli o il 28,3 del Trentino e' veramente imbarazzante. Persino la Campania, dove Salerno raggiunge il 70 per cento ed Avellino il 64,6, riesce col suo 10,9 per cento regionale a distanziarci alla grande. Occorre scorrere molte pagine prima di trovare un Comune dell'Umbria che si piazzi su posizioni significative. Non si riscontrano tracce di citta' umbre ne' fra i capoluoghi di provincia, ne' fra le citta' sopra i 15 mila abitanti. A tenere alta la bandiera della nostra regione vi sono soltanto Piegaro, Tuoro e Giano dell'Umbria. Fanno meglio di noi il Veneto, il Friuli, il Trentino Alto Adige, la Lombardia, il Piemonte, la Campania, la Sardegna, le Marche, l'Emilia Romagna e l'Abruzzo. Il dossier di Legambiente ci dice anche che su scala nazionale sono stati mille 290 i comuni italiani che hanno superato il 60 percento di raccolta differenziata, pari al 13,4 per cento della popolazione italiana totale. In Umbria i tre comuni che hanno superato la soglia del 60 per cento rappresentano l'1,28 per cento della popolazione regionale. Il dato si commenta da solo''.

''Alla luce di questi dati, che smentiscono in pieno i proclami di chi afferma che in Umbria si sta facendo il massimo - aggiunge Dottorini - registriamo con grande favore le parole della presidente Marini, che anche nell'ultimo Consiglio regionale ha assicurato un impegno straordinario per far decollare la raccolta differenziata. Non si capisce pero' perche' in fase di approvazione del bilancio regionale non sia stato approvato l'emendamento proposto dall'Italia dei Valori che prevedeva uno stanziamento straordinario per fare decollare la raccolta differenziata, mentre si e' modificato il Piano dei rifiuti per accelerare sull'inceneritore. Occorre attivare immediatamente il passaggio da tassa a tariffa e applicare il meccanismo delle premialita' e sanzioni per i Comuni che non raggiungono gli obiettivi fissati ed e' necessario soprattutto sperimentare e collaudare sistemi di porta a porta spinto sul modello di quello che hanno portato il Comune di Salerno a consolidare negli anni un primato invidiabile''.

''I dati forniti da Legambiente - sostiene ancora Dottorini - ci mostrano un'Italia che procede a due velocita' e l'Umbria si colloca purtroppo tra quelle piu' lente. Il dato eclatante del Veneto certifica al contrario che sistemi di gestione sul 'modello Vedelago' sono la ricetta migliore per far fronte alla situazione. Oggi non possiamo fare a meno di sottolineare che se l'Umbria avesse recepito fin dall'inizio le nostre proposte, che hanno sempre fatto riferimento a quei modelli, forse parleremmo meno di inceneritori e saremmo anche noi a commentare i risultati di una regione virtuosa''.
 

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