PERUGIA - “Serve chiarezza sui termovalorizzatori della conca ternana e su alcuni percorsi che non riguardano semplicemente l’attività industriale degli impianti ex Acea, ex Terni Enel ed ex  Printer, ma soprattutto le strategie e le visioni che la Giunta regionale ha incardinato all’interno del Piano regionale dei rifiuti e all’interno del percorso rispetto al Combustibile solido secondario (css), del quale abbiamo parlato anche recentemente all’interno di questa Assemblea”. Lo ha detto il consigliere regionale Alfredo De Sio (Fd'I) illustrando oggi in Aula l'interrogazione a risposta immediata per sapere, “alla luce delle richieste di nuove autorizzazioni per bruciare il combustibile css avanzate da due impianti”.

De Sio ha evidenziato che ci sono vari approcci al problema: “Uno ambientale, che prevede un abbattimento delle sostante inquinanti presenti nella Conca; uno industriale, che mira alla riduzione del danno, con alcuni impianti che possono usare il css; uno sostenibile, che punta ad evitare di caricare ulteriormente, attraverso impianti privati, un’attività che serve a questa regione, ma avendo chiarezza sui percorsi che il css deve fare. E’ stato detto che il css prodotto in questa regione non sarà termovalorizzato in Umbria, vogliamo sapere se siamo di fronte a quello che esce dalla porta e rientra dalla finestra perché sinceramente questo sarebbe una cosa abbastanza ridicola”.

L'assessore Silvano Rometti ha risposto che “la Provincia di Terni opera un controllo sulle emissioni e sulle autorizzazioni degli impianti di termovalorizzazione. Ieri ho incontrato i rappresentanti dei 4 Ambiti per ridefinire il Piano dei rifiuti, prevedendo la produzione di css da utilizzare comunque in impianti esterni ai confini regionali umbri. Il combustibile solido secondario, per legge, può essere utilizzato solo in impianti industriali di cementifici e centrali elettriche, per legge. E non mi risulta che gli impianti presenti nella provincia di Terni siano impianti che hanno queste caratteristiche”.

De Sio ha replicato rimarcando che “se non è possibile bruciare il css mi chiedo perché quei due impianti stanno chiedendo le relative autorizzazioni. Inoltre non è molto logico che l'Umbria vieti l'utilizzo del proprio css all'interno dei confini regionali mentre invece lo stesso materiale può essere importato da altri territori e bruciato in Umbria. Va fatta chiarezza e serve un approccio più razionale al problema. C'è una mancanza di coerenza sulla gestione e l'utilizzo eventuale del combustibile solido secondario”.

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