di Antonio Torrelli

PERUGIA – Ci saranno proprio tutti. E tutti attorno ad un tavolo per parlare di Piano regionale dei rifiuti e completamento del ciclo di smaltimento. Da Mario Bravi e Vasco Cajarelli, della segreteria generale Cgil Umbria, a Silvano Rometti, assessore regionale all’ambiente. Senza dimenticare Rosario Noto La Diega, , Presidente Fed. Europea imprese gestione rifiuti e servizi ambientali, e Roberto Pellegrino, portavoce di “Cittadini in Rete”.

Un confronto voluto dalla stessa Camera del Lavoro e che si terrà alle ore 15 di martedì 15 marzo presso il salone d’onore di Palazzo Donini.

“Metteremo sul piatto proposte importanti da inserire nel piano regionale del lavoro”. Ad affermarlo è il segretario Cajarelli, che punta dritto sull’intensificazione della raccolta differenziata quale modo “intelligente per creare nuovi posti di lavoro”. Ma non solo.

Nel disegno tracciato dalla Cgil ci sarà anche spazio per parlare di completamento del ciclo (e dunque di inceneritore e smaltimento termico) e della parte relativa alla mediazione contenuta nel Dap.

“Abbiamo voluto raccogliere tutte le parti coinvolte attorno ad un unico tavolo per porre a confronto anche tra chi la pensa in maniera opposta -aggiunge Cajarelli- e per portare avanti progetti concreti su un tema estremamente delicato ed importante per la nostra regione”.

Un’occasione per raggiungere un autentico faccia a faccia tra istituzioni e società, da tempo richiesto dai rappresentanti delle associazioni cittadine per l’apertura di un dialogo (e soprattutto di mantenerlo) con le amministrazioni locali.

“Da parte nostra -afferma Pellegrino- ci sono tre punti fondamentali su cui focalizzare l’attenzione: il beneficio economico per la comunità collegato all’intensificazione delle differenziata, l’attivazione di quelle parti del piano regionale relative alla riduzione dei rifiuti e all’incentivazione della ‘raccolta spinta’, i dubbi sulle conseguenze sanitarie rispetto ai danni provocati causate dalle nanoparticelle, su cui ancora non c’è un’affermata letteratura scientifica in grado di fare il quadro della situazione”. Senza dimenticare i problemi collegati alle ecomafie e i limiti che, sempre secondo Cittadini in Rete, deriverebbero dall’eventuale attivazione del trattamento termico sul territorio.

“E’ ormai noto -sempre Pellegrino- che il processo di incenerimento favorirebbe solo alcuni imprenditori a discapito di tutta la comunità, la quale, invece, dovrebbe essere incentivata a produrre meno rifiuti e a differenziare di più, così come è successo a Città di Castello”.

Nel tifernate, infatti, con soli 20 euro in più all'anno, è stato raggiunto l’86 per cento della raccolta differenziata in pochissimo tempo. Un fatto rilevante che in Umbria ha dimostrato come i cittadini, in fin dei conti, non sono così sprovveduti in fatto di cultura ambientale, bensì pronti a tutelare il proprio territorio dal pericolo derivato soprattutto dal collasso delle discariche locali, ormai incapaci di ospitare la quantità di rifiuti prodotta quotidianamente su scala regionale.
 

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