Ricostruzione post sisma, superbonus e Pnrr: solo nubi nere all’orizzonte
“Il settore delle costruzioni sta vivendo un lento e progressivo logorio,
apparentemente inarrestabile”: queste le riflessioni espresse da Paolo Moressoni, a nome del
Consiglio dell’Ordine degli Architetti PPC della Provincia di Perugia. “Sembra tutto su un binario
morto, - prosegue – la pazienza messa a dura prova tra amarezza e malinconia di ciò che avrebbe
potuto essere. A quanto è possibile osservare è un dramma su tutti i fronti: ricostruzione post
sisma, superbonus e anche sul Pnrr. Il primo problema riguarda le materie prime, basta pensare
che il 70 % dell’acciaio arriva da Russia e Ucraina, così come la materia prima per produrre le
nostre ceramiche. A questo si aggiunge che c’è difficoltà di approvvigionamento delle altre
materie prime, come ad esempio il legno, il costo dell’energia che è schizzato al disopra di ogni
limite, il costo dei trasporti moltiplicato, tutto ulteriormente appesantito da immancabili
speculazioni. Sta di fatto che i professionisti che hanno lavorato sulla scorta dei superbonus
riponendo la loro fiducia sulla stabilità di una misura che invece a più riprese è stata colpita a
bordate dal Governo, notoriamente contrario, e rattoppata alla meglio dal Parlamento. La
cessione del credito è di fatto rimasto un problema irrisolto. Nonostante stia arrivando un nuovo
provvedimento che consentirà agli istituti bancari e assicurativi la possibilità di una ulteriore
cessione ai propri correntisti, il problema non si risolverà. E nonostante che proprio le Banche
abbiano indicato al Governo la strada per continuare a far sopravvivere i superbonus, ovvero
consentire loro di poter frazionare le ulteriori cessioni, ancora una volta chi decide è stato sordo. E
allora ci si dovrà rimettere mano con un altro provvedimento con buona pace per un intero
settore che di fatto è fermo da mesi. E come se non bastasse accade che i principali istituti di
credito hanno chiuso gli acquisti dei crediti e quei pochi che ancora ‘resistono’ ovviamente stanno
applicando politiche quasi monopolistiche, acquistando il credito ben al disotto del 100 %.
Speculazione? Chissà!”
“Sul fronte sisma – sottolinea Moressoni – stiamo, inoltre, osservando che alcuni istituti di credito
hanno chiuso anche la convenzione che consente di finanziare la ricostruzione, che, come noto,
anche questa è assicurata con il meccanismo del credito d’imposta. Speriamo non si allarghi
ulteriormente anche questo fronte altrimenti gli effetti per le zone terremotate sarebbero
tremende. Resta il fatto che questo costituisce il segno evidente che le restrizioni sulla possibilità
di circolazione del credito rendono di fatto impossibile operare. Anche il mondo delle
professionisti è in seria difficoltà perché si rischia di fallire per eccesso di credito. Se non si trova
presto una soluzione si rischia di azzerare le capacità operative di un intero settore”.
Sul fronte Pnrr non va di certo meglio. “Le amministrazioni pubbliche – spiega Moressoni – non
sono in grado di far fronte con la progettualità necessaria per partecipare ai bandi ed è già
accaduto che non si riesce neanche ad impegnare le risorse disponibili. A questo proposito ai
professionisti, inoltre, viene chiesto di predisporre i progetti per consentire la partecipazione di
questo o quel comune gratuitamente, o alla meglio, a fronte di un rimborso spese. Con buona
pace dei principi di ‘equo compenso’. Non solo, per le opere pubbliche esiste un preciso tariffario
di riferimento, indicato nel codice degli appalti, indicato obbligatorio dall’Autorità Anticorruzione,
e ciò nonostante le griglie imposte dai vari bandi, come quelli governativi, impongono un tetto alle
spese tecniche che quando va bene ammonta alla metà di quanto dovrebbe essere. Alla fine non è
neanche il minore dei problemi al momento, perché le stime effettuate nei singoli progetti
compresi all’interno del Pnrr, che già partivano sottodimensionate, con l’incremento dei costi di
costruzione risultano del tutte anacronistiche. A conferma di quanto sta accadendo si verifica che
le gare di appalto esperite negli ultimi mesi stanno andando deserte segno evidente che
nessuno con i nuovi costi delle materie prime riesce più a competere al massimo ribasso. E sui
lavori in corso non va di certo meglio perché in ossequio del meccanismo di revisione prezzi
esistente e visto il rilevante impegno economico necessario, le amministrazioni non sono in grado
di fare fronte con le proprie risorse. Da un lato la procedura, sacrosanta, che impone il pagamento
degli incrementi, dall’altro le imprese che devono essere ristorate, e in mezzo i tecnici delle
pubbliche amministrazioni che sulla propria pelle devono assumere atti amministrativi che non
trovano coperture nei bilanci. Nella speranza che anche in questo caso il Governo metta a
disposizione le risorse necessarie”.
Anche sul fronte della ricostruzione i problemi non sono finiti. “Infatti – rimarca Moressoni – se
da un lato, grazie all’intervento del Commissario Straordinario Legnini, la macchina si era ben
avviata, sta di fatto che la crisi in atto sui prezzi e la carenza delle materie prime la sta arrestando.
Inoltre i tempi, spesso ridotti, per completare un cantiere di ricostruzione post-sisma previsti dalle
diverse ordinanza non sono più sufficienti, molti decreti di concessione di contributo sono scaduti,
altri stanno scadendo e solo la comprensione degli Uffici Speciali sta evitando la beffa che
richiederebbe la revoca del contributo. Quello che è certo che un cantiere senza ponteggi non si
può fare, così come non si possono fare gli interventi previsti se il materiale non arriva. È
altrettanto evidente però che effettuare lavori con un elenco prezzi del ‘cratere’ fermo al 2018
non consente ai cantieri delle ricostruzione di avere la stessa capacità di attrazione di quelli dei
bonus edilizi. È noto comunque che la struttura commissariale è al lavoro per assumere le
necessarie innovazioni. Se poi guardiamo alle attività poste in essere dal Governo si evidenzia che
si continuano ad impiegare misure di sostegno con il credito di imposta (che di fatto non si
possono monetizzare), si adottano provvedimenti per le energie rinnovabili al contempo
ostacolando il superbonus (che nonostante ha prodotto nello scorso anno 7 miliardi di extra
gettito per le casse dello stato) e si continuano a finanziare misure spot per ridurre l’importo della
bolletta senza voler comprendere che il super-eco bonus sarebbe la misura “strutturale” da
privilegiare. Sui bonus, ad esempio, si continua a introdurre norme limitative, senza riuscire a
risolvere i problemi, ma mettendo a rischio cantieri che invece funzionavano benissimo. Al
contrario sarebbe necessario affiancarli con un quadro legislativo semplice che non inneschi timori
e scadenze ravvicinate. I tecnici sono coloro che i progetti li fanno, sono quelli che stanno cantiere
con un cronometro in mano, a prendere i tempi, a semplificarne la realizzazione, a definire ogni
dettaglio e a risolverne ogni problema. Alla stessa stregua senza imprese i cantieri non si
realizzano, senza banche non si finanziano e così via. Alle ataviche inefficienze delle macchine
burocratiche e ministeriali noi tecnici avremmo decine di proposte risolutive ad ogni singolo
problema. Invece chi ci governa vive asserragliato in qualche palazzo ministeriale, restio ad
accettare inviti e proposte, persino delle categorie che sarebbero sue interlocutrici dirette.
Chiediamo solo questo: che almeno siano ascoltate le nostre proposte!”.
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