"Evitiamo che anche qui arrivi il far west, quello dei licenziamenti selvaggi, che purtroppo abbiamo già visto partire in varie zone d’Italia, e quello di una ricostruzione post sisma che esclude i lavoratori e le loro rappresentanze dal tavolo. Non è questo il modo per ripartire dopo un anno e mezzo di pandemia”. Lo ha detto oggi in conferenza stampa il segretario generale della Cgil di Perugia, Filippo Ciavaglia, che ha voluto fare il punto, insieme alla segreteria provinciale, sulle due grandi sfide che il territorio si troverà ad affrontare nei prossimi mesi. Tema che sarà anche al centro dell’assemblea generale della Camera del Lavoro di Perugia, in programma per giovedì 15 luglio. 
“C’è un accordo tra le parti sociali firmato presso la presidenza del Consiglio dei ministri che ora va fatto vivere sui territori - ha detto Ciavaglia - e quell’accordo impegna le aziende ad usare laddove necessario gli strumenti disponibili, in primis la cassa integrazione, per evitare i licenziamenti. Invece, anche da noi i segnali che arrivano non sono incoraggianti, basta pensare a situazioni come la Cementir di Spoleto, la ex Pozzi o la Jp Industries, ma di esempi se ne potrebbero fare molti altri. E poi ci sono tutte quelle figure precarie, come gli interinali - ha aggiunto Ciavaglia - che i licenziamenti non hanno mai smesso di subirli. Ecco - ha concluso - noi pensiamo che questa situazione vada governata anche a livello locale, altrimenti si rischiano davvero numeri pesantissimi”. 
E a proposito di numeri, la conferenza stampa è stata anche occasione per presentare alcuni dei dati elaborati dall’Ires Cgil, l’istituto di ricerca del sindacato, che rendono l’idea delle dimensioni della contrazione di lavoro che si è realizzata in Umbria nel corso dell’ultimo anno. 
Sul fronte terremoto/ricostruzione invece la Cgil di Perugia valuta positivamente “l’interlocuzione aperta a livello nazionale con il commissario Legnini”, che stride però fortemente con “l’esclusione del sindacato dal tavolo regionale sulla ricostruzione”. “Un fatto grave che denunciamo con forza - ha detto ancora Ciavaglia - perché sottende un’idea pericolosa: quella che la gestione della ricostruzione possa essere fatta con le imprese e le loro rappresentanze, senza coinvolgere chi poi materialmente va nei cantieri e ci mette fatica e competenza”. Ciavaglia ha anche ricordato che la Cgil nazionale ha presentato nei giorni scorsi a L’Aquila una proposta di legge quadro sulla ricostruzione e sulle calamità naturali, “per evitare di ripartire ogni volta da capo, allungando i tempi e non risolvendo i problemi”. “Anche su questa proposta ci piacerebbe poterci confrontare con le istituzioni locali, convinti come siamo che in questa fase ci si possa rialzare solo con un’idea di sviluppo condivisa”, ha concluso Ciavaglia. 
 

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