di Elio Clero Bertoldi
In ricordo di Peppe Occhioni
ed a dispetto degli immemori
Domenica si é spento Giuseppe Occhioni, classe 1948, giornalista sportivo che seguiva non da un lustro o due ma da più di 50 anni, e lo ha fatto fino all’ultimo, il Perugia. Con serietà, competenza, equilibrio. La chiesa dell'Oasi di Sant'Antonio, nonostante la pandemia, era affollata fin sul sagrato per l'ultimo saluto ad un perugino doc. A suscitare scandaloso rumore solo una assenza: quella del Perugia calcio. Che non ha espresso, neppure sul proprio sito, due semplici parole di cordoglio rivolte alla famiglia.
É una questione di sostanza, prima ancora che di forma. "Piccolo fuoco gran fiamma seconda", ammoniva il poeta. Questo silenzio la dice più di mille parole. Non avrebbero peccato di una amnesia di questa portata gli Spagnoli, i D'Attoma, i Ghini, i Ghirga, i Gaucci, che avranno pure loro avuto qualche difetto, e chi non ne ha?, ma che reggevano il club coltivandone, anzi esaltandone, la memoria. A tutti i livelli. Al giorno d'oggi si ritiene che, non dico un gagliardetto (prima il bilancio in ordine) da offrire ai familiari, cresciuti a pane e colori biancorossi, ma neanche una nota di cordoglio possa essere spesa in una circostanza così dolorosa.
Chi si lamenta del distacco tra la città e gli appassionati da un lato e la società o i suoi gestori pro tempore, dall'altro, sappia da cosa dipende, da dove origina questa lontananza, questa apatia, questo scollamento, questa diffidenza.
I giornalisti continueranno per la loro strada, difendendo la libertà di pensiero e di opinione. Non si stancheranno di sostenere, amare, onorare la squadra ed il Grifo, che rappresentano la loro comunità, prima che una azienda in cui contano i ricavi. Anche i cronisti, che non si sono fatti tatuare sul braccio il simbolo del capoluogo umbro, lo faranno. Perchè il Grifo, loro, l’hanno dentro. Incarnato. Non avvertono il bisogno di esibirlo sulla pelle. Irriducibili, ostinati, caparbi, ma terzi e sereni nei loro giudizi, sapranno continuare a distinguere il grano dal loglio. E non consentiranno che i cinici, gli indifferenti ai sentimenti ed ai valori umani, la vincano. “No pasaran”. Non almeno nelle coscienze degli uomini disinteressati, liberi, indipendenti.
Per il rispetto che si deve a se stessi, alla professione, alla propria comunità e, anche, al ricordo di Peppe. Che era e resta uno di noi.
 

Condividi