PERUGIA - Il Corecom-Umbria, in collaborazione con la fondazione “Rosselli”, ha avviato una ricerca promossa per disegnare una prima, completa mappatura dell' “articolato e complesso” sistema dei media regionali. Da una prima audizione con gli operatori del settore sono emerse - riferisce Palazzo Cesaroni - le caratteristiche, le specificità, il valore e i prodotti del sistema dell'informazione in Umbria e il suo rapporto con il mondo economico e con le istituzioni pubbliche; gli assetti editoriali, le tv locali dopo il passaggio al digitale terrestre; l'attività delle radio; il ruolo dei giornali locali, nuove tecnologie e nuovi media; l'attività degli operatori e il “consumo” di informazione.

Obiettivi e modalità di realizzazione della ricerca sono stati illustrati dal presidente del Corecom, Mario Capanna e da Flavia Barca della Fondazione “Rosselli”. Capanna ha rilevato che il lavoro avviato rappresenta una prima, organica analisi del sistema dei media umbri. “E' un'esperienza pilota a livello nazionale - ha detto - e sarà utile per le attività del Corecom, ma anche per gli operatori e per le istituzioni che avendo a disposizione una base conoscitiva della situazione potranno programmare in maniera più efficace i propri interventi nel settore”.

Il presidente del Corecom ha detto che nella ricerca saranno approfondite non solo le modalità di veicolazione delle notizie, ma anche le caratteristiche dei sistemi editoriali, quella complessità di fattori che denotano l'industria umbra dell'informazione.

Flavia Barca nel sottolineare il valore e la strategicità dell'informazione locale, ne ha anche ravvisato le difficoltà legate alla “sostenibilità” economica ed ha posto la questione del ruolo positivo che le istituzioni regionali e locali devono svolgere nel contribuire allo sviluppo del sistema.

Dopo questo primo ascolto dei protagonisti dell'informazione umbra, Barca ha spiegato che ci sarà un prossimo appuntamento nel mese di ottobre per organizzare e sistematizzare le osservazioni raccolte, e una prima sintesi del lavoro svolto entro la fine dell'anno in corso.

Dai numerosi interventi dei partecipanti all'audizione sono emerse le varie sfaccettature del sistema umbro dell'informazione, le debolezze e i punti di forza. Andrea Baffoni (giornale online Umbria24): “Auspico che dalla ricerca emergano utili indicazioni per lo sviluppo dell'online che sta modificando anche in Umbria le abitudini di consumo dell'informazione. Si nota un crescente interesse degli investitori per l'online”. Ugo Carlone (Corecom), ha sottolineato l'importanza delle radio locali nel quadro regionale.

Biagino Dell'Omo (Confindustria-Umbria): “Soddisfacente lo stato dell'informazione in Umbria, da sottolineare la crescente attenzione dei media al mondo dell'economia; c'è un problema di sostenibilità economica delle imprese editoriali. Forte la presenza delle imprese umbre in molte aziende editoriali”.

Marco Brunacci (caporedattore Messaggero Umbria): “Interessante il progetto di ricerca, ma attenzione alla questione relativa alla piccola dimensione dell'Umbria che da sola non può resistere alle sfide crescenti. Occorre pensare a sistemi interregionali, che raccordino varie aree. Il pubblico può aiutare lo sviluppo dell'informazione fornendo servizi e investendo sulla comunicazione istituzionale. Riflettere sul grande valore e sulla capacità di sviluppo della risorsa informazione locale”.

Giuseppe Castellini (direttore Giornale dell'Umbria): “La fase di cambiamento in atto riguarda l'intero settore dell'informazione e in primo luogo la carta stampata che alla necessaria integrazione con l'online dovrà puntare sempre più sull'approfondimento e sulla qualità, occorreranno perciò giornalisti sempre più preparati. Il futuro del settore sta nell'integrazione, nella realizzazione di piattaforme comuni che mettano insieme strumenti diversi”.

Alvaro Fiorucci (caporedattore Tgr-Umbria): “Bene lo sviluppo dell'informazione online, ma attenzione alla qualità dell'informazione e alla contrattualizzazione dei giornalisti. L'obiettivo del discorso regionalista del servizio pubblico Rai avviato con la riforma degli anni '70 bloccato da anni, le istituzioni regionali e le categorie economiche dovrebbero porsi questo problema. L'informazione locale della Rai deve puntare ai bisogni e ai problemi dei cittadini. Auspicabile una sinergia tra Tgr, Scuola di giornalismo radiotelevisivo ed emittenti locali”.

Egidio Urbanella (direttore ReteSole): “Le tv locali umbre sono una 'piccola tribù' che si va restringendo sempre più anche in seguito all'introduzione del digitale terrestre, perché i forti investimenti editoriali necessari sono sovradimensionati rispetto agli utili che se ne possono ricavare. Abbiamo in mano una capacità di trasmissione notevole, ma non abbiamo le risorse e la capacità di utilizzarla. Le tv locali, a causa delle dimensioni hanno una difficoltà strutturale a svilupparsi ed avere le gambe per camminare da sé da un punto di vista economico, anche a causa del mercato pubblicitario limitato e condizionato dalle caratteristiche del sistema-imprese regionale”.

Emanuele Mapelli (amministratore delegato UmbriaTV): “Il passaggio al digitale ha rappresentato una rivoluzione tecnologica e imprenditoriale. Abbiamo in mano una grande capacità trasmissiva, un grande patrimonio che però non frutta da un punto di vista economico-commerciale. Si può pensare a esperienze consortili tra tv locali e pubblica amministrazione per la gestione di canali di informazione istituzionale”.

Francesco Locatelli (Umbria radio): “Informazione radiofonica locale è sempre più viva e attuale, è una risorsa da valorizzare in modo adeguato, seguita da un pubblico molto esigente che chiede puntualità e qualità dei prodotti. Sarebbe utile approfondire la ricerca allargandola alle abitudini e alle esigenze di 'consumo' di informazione da parte dei cittadini”.

Franco Allegretti (Tele radio Galileo): “Utile la ricerca attuale, rivedere anche le analisi fatte nel passato. Il sistema attuale radiotelevisivo locale è in pericolo, scarse le risorse a sostegno delle imprese per il passaggio al digitale. Occorre che le pubbliche amministrazioni destinino più risorse per la comunicazione istituzionale, ripartendole in maniera adeguata tra i vari media”.

Marco Baruffi (Asu): “Bene l'indagine sul sistema informazione che puntare agli aspetti quantitativi, ma anche qualitativi sia dell'informazione, sia di chi opera in questo settore. Da questo punto di vista va posta all'attenzione la questione relativa alla situazione contrattuale dei giornalisti che operano nelle aziende editoriali. Occorre che le istituzioni nel destinare risorse a sostegno delle imprese editoriali, vincolino queste azioni al rispetto delle normative contrattuali degli operatori”.

Paolo Ceccarelli (soc. @funnel): “Cambiare le modalità di produzione dell'informazione online, occorre innovare utilizzando quelle grandi opportunità offerte dalla tecnologia, per garantire e certificare la qualità dei prodotti”.
 

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