TERNI - L'''Umbria degli umbri'', l'Umbria nella quale gli umbri, pur sentendosi fortemente italiani, s'identificano senza riserve: e' questa la conclusione di una ricerca della facolta' di Scienze Politiche dell'Universita' degli studi di Perugia, Polo scientifico e didattico di Terni, sul tema ''L'Umbria e le sue citta'. Un legame inedito/Le appartenenze territoriali, i sentimenti, gli eroi, i simboli, le conoscenze'', che e' stata illustrata stamani a Terni, nella sede della facolta'.

Alla presentazione - riferisce una nota della Regione - hanno preso parte, con il direttore scientifico della ricerca, Cecilia Cristofori, il prorettore del Polo di Terni, Pietro Burrascano, il professor Luigi Ceccarini dell'Universita' di Urbino, il presidente della Conferenza episcopale umbra, mons. Vincenzo Paglia, e la presidente della Regione, Catiuscia Marini.

La ricerca - e' detto nella nota - e' consistita in una ''indagine empirica'', condotta nell'ambito dell'attivita' formativa del corso di laurea in Scienze sociali, su un campione di 630 persone (354 donne e 276 uomini), distribuite per classi di eta', e rappresentativo dell'universo dei cittadini adulti residenti a Perugia, Terni, Foligno, Spoleto, Citta' di Castello e Gubbio. Tema, l'''appartenenza'', studiata - ha spiegato la professoressa Cristofori - nella dimensione affettiva, cognitiva, partecipativa e riferita ai principali orientamenti''.

Appartenenza territoriale, partecipazione alla vita collettiva e sentimento di appartenenza (orgoglio, vergogna, amore, nostalgia), ''eroi'' e personaggi locali del passato e del presente, figure di riferimento, simboli e luoghi, immagini ed eventi a forte carica simbolica e rappresentativa, la partecipazione, le celebrazioni locali: questi i temi su cui si e' sviluppata l'indagine, dalla quale emerge, in sostanza, che gli umbri ''si percepiscono come un solo popolo''.
''Io credo - ha detto la professoressa Cristofori - che la scoperta di tanti umbri che si pensano insieme possa rappresentare la vera notizia, un contributo inatteso alla discussione pubblica sull'Umbria e le sue citta'''. ''La ricerca conferma in modo interessante gli elementi identitari dell'Umbria e delle sue citta', i valori e i punti di riferimento dei cittadini, la conferma della storia e dell'identita' complessiva della regione - ha commentato la presidente della giunta regionale, Catiuscia Marini - e al tempo stesso la modernita' che la investe, il presente della globalizzazione, che rompe con le passate chiusure ed apre sul futuro. E' l'immagine di una Umbria civica che riflette su se stessa in liberta', grazie alle domande aperte, e dalle radici delle proprie citta' si proietta su una unitaria dimensione regionale e nazionale, pronta ad interagire con l'Italia e con il mondo''.

''Il rapporto fra le citta' e la dimensione unitaria della Regione che emerge dalla ricerca - ha proseguito Catiuscia Marini - e' inedito e per certi versi superiore all'immaginazione dei governanti: la Regione non rappresenta una contrapposizione, un limite per le citta', ma, al contrario, l'identita' delle citta' si integra con il comune sentirsi umbri, in una sorta di 'policentrismo unitario'''.

La presidente ha sottolineato come i motivi di appartenenza e di orgoglio degli umbri intervistati si concentrino sull'essere ''verde'' del paesaggio, sulle colline, i paesaggi, e quindi sull'arte, la cultura, le tradizioni, l'enogastronomia, la vivibilita' dei piccoli centri: ''E' una conferma che cio' che in Umbria funziona come attrattore turistico e' anche cio' che e' amato di piu' dai suoi abitanti: c'e' coincidenza fra la percezione esterna ed interna dell'Umbria, su quei tratti identitari che storicamente si sono modificati di meno''.

Mons. Paglia ha definito ''una bella sorpresa'' il fatto che gli umbri si sentano, al di la' delle municipalita', profondamente umbri ed italiani. ''E' necessario - ha detto - che le citta' trovino una tensione oltre se stesse, cosi' come la Regione non deve diventare un piccolo Stato che determini la vita delle citta'. Le potenzialita' delle citta' - ha aggiunto - devono andare a beneficio della regione e dell'intera nazione, in un rapporto di tensione dialettica e 'poliarchia', poiche' la visione 'poliarchica' - ha concluso, riprendendo i temi di un suo recente volume - e' l'unica che ci permette di capire una realta' complessa''.
 

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