di Stefano Vinti 

Se ogni paese membro rispettasse l'obiettivo NATO del 2% del PIL per le spese militari si arriverebbe a 11.800 miliardi entro il 2028. Una cifra assurda e criminale.
Il settore militare mondiale è responsabile del 5,5% delle emissioni di gas serra totali. Una stima, ovviamente, perché i paesi non sono obbligati a trasmettere e includere le emissioni militari nei loro obiettivi climatici ( NATO,Russia e Cina).
Le spese militari globali sono letteralmente 'esplose'. Nell'ultimo decennio la spesa per le armi nei paesi europei NATO è cresciuta 14 volte più del loro PIL complessivo; in Italia fra il 2013 e il 2023 è aumentato del 30% (arrivando a 436 € annui pro capite), mentre altri capitoli sono cresciuti molto meno: la sanità dell'11%, l'istruzione del 3% e la protezione ambientale del 6%.
Come invoca Papa Francesco, è ora di dire stop all'industria delle armi, all'industria della morte e della distruzione.

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