di Rete dei Comunisti - Bologna

Cresce la rabbia per la decisione di Napolitano di mantenere la parata militare del 2 giugno nonostante il devastante terremoto che ha colpito l'Emilia-Romagna. Un invito a isolare l'arroganza degli apparati dello stato.

Le parole di Napolitano sono da qualche tempo oggetto di critica da parte di tanti, parole che mostrano la distanza tra i suoi moniti al paese, fatti d’inviti al sacrificio e alla responsabilità in nome della “nazione Italia”, e le esigenze reali di un paese vittima di un saccheggio mirato , ora ferito ulteriormente da una catastrofe come quella del sisma che ha colpito l'Emilia-Romagna, difficile da immaginare, per chi dalla scrivania, non fa che indicare un problema più grande e importante della vita e della dignità umana.

La democratica serenità, che il Presidente vorrebbe rappresentare, stride con la veloce ritirata da parte dello stato in tema di diritti e garanzie sociali.

Ci rendiamo conto che Napolitano, non può capire i terrori e le ansie di un popolo, che non si sente sicuro nelle case di marzapane, frutto di speculazioni edilizie lasciate libere di operare, sempre in nome della crescita e del bene comune, ma tanto meno al lavoro, perché va ricordato l’enorme prezzo pagato dagli operai morti per l’avidità di un sistema economico che ha preteso e ancora pretende deregolamentazioni sul tema della sicurezza sul lavoro e del lavoro stesso,

Questo infine è il risultato: da un lato la vulnerabilità dei luoghi di lavoro, che alla prima scossa, si sono piegati come castelli di carta e dall’altra la volontà degli operai, piegata anch’essa, alle esigenze dei datori di lavoro che dopo la prima scossa hanno preteso il ritorno su quei luoghi in nome di una produzione che non può fermarsi in nessun caso.

Noi, invece, comprendiamo bene le ansie di queste persone, che nei nostri territori lavorano in gran parte in quei capannoni insicuri, oggi mezzi vuoti per la crisi economica.

Persone che da giorni non chiudono occhio, spaventati per le proprie vite e per la propria casa, soffocati da un futuro fosco e incerto.

Ciò che non comprendiamo, è come la costosa parata militare del 2 giugno, possa onorare le vittime o i sopravvissuti di questo enorme disastro, sarà la nostra concezione dello stato che non ci fa capire il perché si debba spendere tanto per quei caccia F 35, quando alle politiche di austerità si aggiunge una tragedia come questa.

Gli uomini e le donne di questo paese, sì, festeggeranno sobriamente, a differenza di una politica che tiene più alla rappresentazione muscolare della nazione, che alla sua reale tenuta sociale.

Per questo noi saremo altrove. Per questo li lasceremo soli, alla loro democrazia, che serenamente abbandona il suo popolo e le sue vittime.

Fonte: contropiano.org

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