“Il riassetto delle direzioni generali della Regione messa in atto a febbraio dalla Giunta Marini prevede la scadenza dei contratti al 31 dicembre. Di fatto le 3 direzioni con i 5 coordinatori dei 5 ambiti di coordinamento tanto voluti dal direttivo di Palazzo Donini, avrebbero dovuto portare ad un forte risparmio per l'ente Regione rispetto ai 7 direttori precedenti. Ma a conti fatti e carte alla mano, il riassetto apicale sembra più un accomodamento del precedente assetto, che una vera e propria svolta se si considera che i 5 coordinatori hanno la stessa retribuzione annua dei 3 direttori generali. Una piccola differenza la si trova solo sui premi di produttività che equivale ad un misero 10 per cento in meno dello stipendio”. Lo afferma il consigliere regionale del Pdl Massimo Monni, secondo cui “le pedine della scacchiera sono state spostate in altre posizioni, ma gira gira, anche se chiamati con nomi diversi, la direzione apicale non ha subito cambiamenti né tanto meno rappresenta una rivoluzionaria soluzione per razionalizzare le spese”.

 

Per l'esponente dell'opposizione a Palazzo Cesaroni “la fallimentare rivoluzione apicale non ha prodotto alcun riscontro economico positivo per la Regione. Quindi la Giunta Marini, proprio in vista della scadenza dei contratti, ha il dovere di rimettere in discussione tutto l'assetto apicale eliminando i 5 coordinatori dei 5 ambiti di coordinamento. Solo così – conclude Monni - verrebbero veramente alleggerite le casse regionali e solo così si dimostrerebbe la reale intenzione e capacità di razionalizzare le spese. In un momento dove il rigore e la riduzione dei costi sono un obbligo imprescindibile, considerati anche i necessari e giustificati tagli alla politica, i coordinamenti dovrebbero essere depennati”.

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