La Regione mantenga gli impegni assunti verso i 6.000 lavoratori sociali umbri
PERUGIA - Le organizzazioni sindacali e le centrali cooperative - FP CGIL Umbria, FISASCAT CISL Umbria , FPL UIL Umbria, Legacoopsociali Umbria, Federsolidarietà Umbria, AGCI Solidarietà - chiedono alla presidente Tesei e all’assessore Coletto il rispetto degli impegni presi.
“L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro - affermano i rappresentanti sindacali e delle cooperative - vogliamo ricordare le prime parole della carta costituzionale alla presidente della Regione Donatella Tesei e all’assessore alla salute Luca Coletto, perché in Umbria ci sono 6.000 lavoratori del settore sociale, educatori e operatori delle cooperative sociali, che ancora aspettano”.
Il 21 aprile scorso Regione Umbria, ANCI Umbria, centrali cooperative e organizzazioni sindacali hanno, infatti, sottoscritto un protocollo di intesa che dà applicazione all’Art.48 del decreto Cura Italia e alla DGR 232 della Regione Umbria. In base a questo protocollo i servizi di welfare sospesi a causa del COVID-19 sarebbero stati rimodulati dalle cooperative sociali e integralmente pagati dalle Aziende USL e i lavoratori del settore sociale, anziché ricorrere all’utilizzo degli ammortizzatori, avrebbero continuato a lavorare ed a essere regolarmente pagati. Il protocollo però – denunciano cooperative e sindacati – non è applicato dalla Regione Umbria, con grave danno per i lavoratori e mettendo in una situazione di crisi le imprese cooperative.
“Questo accordo – aggiungono i rappresentanti sindacali e delle cooperative - garantisce continuità occupazionale e pieno salario ai lavoratori sociali che si prendono cura dei bambini, degli anziani e delle persone con disabilità. Ad oggi però la Giunta Regionale non sta rispettando gli impegni assunti e migliaia di lavoratori vivono nell’incertezza, sono mortificati nella loro professionalità, non sanno quale sarà il loro futuro. Nello stesso tempo il settore della cooperazione sociale è entrato in crisi, non per il COVID-19, ma per la mancata applicazione di una legge dello Stato che è ribadita e rafforzata anche nel recente decreto Rilancio”.
La situazione è ancora più grave perché nei prossimi giorni termineranno gli ammortizzatori sociali previsti per l’emergenza, aggiungendo al danno la beffa, in quanto molti lavoratori potrebbero trovarsi senza tutele e molte imprese ancora più in crisi, non avendo le risorse per garantire gli stipendi ai propri dipendenti.
“La situazione è esplosiva – concludono cooperatori e sindacalisti – tra i lavoratori è cresciuto il malessere, c’è preoccupazione per il futuro. Per queste ragioni chiediamo alla presidente Tesei e all’assessore Coletto di intervenire subito, facendo tutti gli atti necessari per far applicare integralmente alle Aziende USL il protocollo e tutelare, in questo modo, il patrimonio di professionalità rappresentato dai lavoratori sociali che sono un asse importante del welfare regionale”.
Il quadro della cooperazione sociale è molto preoccupante, alla mancata applicazione dell’Art. 48 denunciata da sindacati e centrali cooperative, si aggiungono le rette dei servizi accreditati ferme al 2005 e le incertezze legate alla riapertura dei servizi socio sanitari e dei servizi educativi, come i centri diurni per disabili, che stanno penalizzando utenti e lavoratori.
Infine, tra le cooperative che si occupano di inserimento lavorativo delle persone svantaggiate, quelle impegnate nella ristorazione scolastica sono a rischio di fallimento con i lavoratori privi di ammortizzatori sociali.
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