PERUGIA - Con una interrogazione ''urgente'' alla Giunta regionale, Oliviero Dottorini, capogruppo dell'Italia dei Valori in Consiglio regionale, e Paolo Brutti, consigliere e segretario regionale del partito, chiedono la ''sospensione immediata'' della convenzione sottoscritta da Regione, Provincia di Perugia e Comune di Bettona, finalizzata alla riqualificazione dell'impianto di digestione anaerobica per il trattamento di reflui zootecnici di Bettona.

I due esponenti dell'Idv - riferisce Palazzo Cesaroni - nel sottolineare l'esigenza di ''soluzioni condivise e definitive, e non forzature o rimedi che peggiorano una situazione da troppo tempo insostenibile'', rilevano che e' stata del tutto ignorata la richiesta avanzata dal loro partito a fine agosto con cui si invitava la Giunta a ''soprassedere alla decisione per avviare un percorso che coinvolgesse il Consiglio regionale e i rappresentanti dei territori coinvolti''.

''La Giunta regionale - affermano Dottorini e Brutti -, anziche' dispensare doni all'Amministrazione comunale di Bettona, a tutt'oggi sotto inchiesta, proceda con una seria verifica sui reali costi per gli interventi di bonifica del territorio. Occorre un processo partecipato e condiviso per risolvere del tutto e in modo sostenibile la grave situazione ambientale di Bettona''.

''E' sconcertante - spiegano Dottorini e Brutti - la protervia con cui i tre soggetti firmatari hanno agito. A nulla sono valsi gli appelli delle forze di centrosinistra e del Comitato per l'ambiente di Bettona e Costano contrari alla convenzione, definendola una fuga in avanti che non tiene conto di cio' che e' accaduto in questi anni. E' stata del tutto ignorata persino la nostra richiesta di fine agosto, che invitava la Giunta a soprassedere alla decisione per avviare un percorso che coinvolgesse il Consiglio regionale e i rappresentanti dei territori coinvolti''.

Secondo i due esponenti dell'Idv, sottoscrivere un documento che prevede un contributo di 200 mila euro e la riattivazione dell'impianto ''senza avere compiuto una seria analisi dei costi complessivi da sostenere e senza un piano di risanamento ambientale del sito e della laguna di stoccaggio ci sembra quanto meno avventato e inopportuno''.

''Stentiamo a comprenderne - aggiungono Dottorini e Brutti - l'urgenza e l'utilita', tanto piu' che, a detta degli esperti, i costi relativi al risanamento non ammonterebbero a poche centinaia di migliaia di euro, ma a qualche milione di euro. Appare inoltre incomprensibile come Giunta regionale, Provincia e Comune di Bettona possano solo ipotizzare il riavvio dell'impianto posto sotto sequestro da parte della Magistratura. Evidentemente per qualcuno risulta complicato trarre lezione dagli evidenti e imperdonabili errori politici che le istituzioni hanno compiuto in anni di gestione approssimativa del territorio e delle sue prerogative. E' giunto il momento di porre fine alle soluzioni pasticciate e ai rimedi che peggiorano la situazione. Occorrono invece proposte e serie e condivise - concludono gli esponenti dell'Idv - che siano realmente in grado di individuare soluzioni ragionevoli, sostenibili e definitive per quel territorio e per la zootecnia dell'intera regione''.
 

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