Con la delibera approvata questa mattina dalla giunta regionale l’Umbria è la prima regione a concludere questa prima fase del processo che individua geograficamente i propri ambiti territoriali e perciò considerata dal Dipartimento di Protezione Civile come “laboratorio” per questa attività di pianificazione. Lo scorso 30 aprile una Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri ha stabilito gli indirizzi per la realizzazione dei piani di protezione civile partendo proprio dagli ambiti territoriali ottimali, la cui definizione consiste in una individuazione geografica iniziale e nella relativa, successiva organizzazione.

Il concetto di “ambito territoriale” si è sviluppato da quello degli originari “contesti territoriali”, ovvero l’insieme di Comuni limitrofi in cui le attività di pianificazione di protezione civile e di gestione dell’emergenza vengono esercitate in modo unitario. In questo modo è favorita la cooperazione tra aree territoriali limitrofe e incentivato il miglioramento delle capacità di governance multilivello, percorso stabilito dalla normativa di revisione della spesa pubblica che prevede, per le realtà comunali di piccola dimensione, l’esercizio in forma associata delle funzioni fondamentali dei Comuni, tra cui quella di protezione civile. Una tale organizzazione fornisce vantaggi sia per la pianificazione che per la programmazione delle risorse: consente una pianificazione preventiva ed una gestione dell’emergenza sullo stesso contesto territoriale, migliora la gestione integrata dei piani di protezione civile, identifica i percorsi prioritari di collegamento all’interno dei contesti territoriali e verso gli edifici strategici fondamentali, facilita il coordinamento degli interventi e la valutazione delle relative priorità. Questi ambiti devono essere individuati dal Piano regionale di protezione civile e sono oggetto di pianificazione di protezione civile, intesa anche come definizione della strategia operativa e del modello di intervento.
 

L’ambito territoriale e organizzativo ottimale è quindi un elemento di pianificazione innovativo, introdotto con il Codice di protezione civile, a cui la Regione Umbria aveva iniziato a lavorare anni or sono e che oggi vede la sua definizione geografica con l’individuazione di 9 ambiti territoriali, ovvero 9 aree omogenee umbre per svolgere la funzione di protezione civile.
Gli ambiti oggi definiti sono: 1- Alto Tevere, 2- Eugubino, 3- Trasimeno, 4- Perugino, 5- Folignate, 6- Tuderte, 7- Spoleto Valnerina, 8- Orvietano, 9- Ternano.

La delibera fa seguito ad un lungo ed intenso lavoro di confronto con ANCI e tutti i Comuni dell’Umbria che, in alcuni casi, hanno manifestato l’interesse ad essere inseriti in un ambito diverso da quello inizialmente ipotizzato.
Tutte le richieste sono state frutto di un confronto articolato e recepite. Parte quindi questo progetto sotto i migliori auspici. 

Ora l’obiettivo è quello di definire i criteri organizzativi. Secondo la Direttiva, infatti, ogni Regione nel contesto normativo e organizzativo del proprio sistema di protezione civile, individua, insieme ai Comuni e agli altri enti interessati, le attività che gli ambiti possono svolgere in ordinario ed in emergenza, le relative strutture, il modello di intervento, le procedure operative, valorizzando le gestioni associate esistenti e promuovendone la diffusione, nel rispetto comunque delle indicazioni operative nazionali e dei compiti e funzioni regionali. E’ anche in quest’ottica che l’amministrazione regionale sta lavorando inoltre al disegno di legge per il riordino, l’organizzazione ed il funzionamento del sistema regionale di protezione civile, quale prossimo obiettivo per garantire l’efficienza del sistema ad ogni livello.

 

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