PERUGIA - Un confronto con la giunta regionale per discutere sull'insieme delle politiche regionali per gli anziani, sui programmi e sulle prospettive del settore: e' quanto ha deciso la terza commissione del consiglio regionale, che stamani ha avviato l'iter di discussione sulla proposta di legge di Massimo Buconi (Socialisti italiani) per riorganizzare l'assistenza degli anziani non piu' in grado di vivere autonomamente, individuando piu' livelli di non autosufficienza, da quella lieve e meno costosa fino allo stato vegetativo del paziente, che comporta spese maggiori e servizi ininterrotti.

La terza commissione ha dedicata l'intera seduta odierna all'esame della proposta di legge di Buconi, considerandola ''complessa e rilevante sul piano politico'', perche' affronta il tema degli anziani non autosufficienti in una regione come l'Umbria che notoriamente ha numeri record sia per il numero degli anziani sia per le aspettativa di vita.

La terza commissione ha anche deciso di chiedere agli uffici del consiglio di preparare l'istruttoria sul testo, la cui trattazione dovra' essere trasformata da referente a redigente. La proposta di legge, di sette articoli, prende lo spunto dal fatto che la Regione interviene nell'assistenza delle persone anziane non autosufficienti ricoverate in residenze protette del territorio, pubbliche e private, con un contributo giornaliero di 87,20 euro per ogni giorno di ricovero, indipendentemente dal grado di non autosufficienza del paziente.

Una somma da ritenersi adeguata, se destinata ad assistere anziani lievemente non autosufficienti, non del tutto capaci di gestirsi, ma che diventa esigua se l'anziano passa ad una condizione di infermita' totale. E' in questa seconda situazione, della non autosufficienza grave, che il costo lievita di molto per i gestori delle residenze, perche' il paziente nel nuovo stato richiede servizi sanitari qualificati e personalizzati da garantire 24 ore su 24.

E proprio il passaggio da una gravita' minima alla non autosufficienza totale ha dato luogo ai casi di mantenimento dei pazienti piu' gravi all'interno delle strutture iniziali, non piu' adatte e non autorizzate a questa nuova funzione prettamente sanitaria. Per ovviare a questo problema e per garantire continuita' assistenziale ai pazienti, la proposta di legge di Buconi prevede la possibilita' di organizzare, all'interno delle strutture residenziali anche esistenti, moduli diversificati in grado di assistere i diversi livelli di della non autosufficienza, anche tramite interventi di adeguamento strutturale, da realizzare entro due anni sulla base di precisi parametri tecnologici ed organizzativi.

Dal punto di vista finanziario, la proposta che contribuirebbe a ridurre le liste di attesa per i ricoveri, non comporta aggravi di costi per la Regione, proprio per effetto della introduzione di piu' livelli di assistenza con i relativi contributi finanziari differenziati, da disciplinare tramite un nuovo regolamento, ed in considerazione del fatto che il numero dei pazienti in condizione di assoluta gravita' e' di gran lunga inferiore rispetto ai casi di non autosufficienza lieve.
 

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