(Di Ciuenlai) - Come abbiamo già spiegato qualche giorno fa il Pd penserebbe di accompagnare la (presunta) candidatura del Presidente della Confcooperative Fora (nessuno ha ancora smentito la nostra anticipazione) con una lista del Presidente, una civica di moderati e cattolici, una lista di partito e , infine, una lista dell’altra sinistra. E qui nascono i primi problemi. 

Ci sarebbero stati infatti incontri e riunioni, in questi ultimi giorni, tesi a costruire un appello di personaggi e personalità storiche e recenti della sinistra umbra,  per costruire una ipotesi di presenza alle prossime elezioni regionali”. L’appello sarebbe accompagnato da una bozza di programma che , condannando e criticando le “negative”  e precedenti esperienze di governo della Regione, richiamando il concetto di discontinuità netta col passato, sarebbe incentrato sui temi del lavoro, del sociale, dei diritti, della ricostruzione di una identità umbra  e su altri temi  molto cari a questa area politica. Lo scopo sarebbe quello di mettere insieme , prima di tutto, tutte  le forze che in un modo o in un altro stanno cercando di ridare vita alla sinistra, partendo dalle esperienze politiche , a volte civiche, che stanno lentamente crescendo in diverse aree della regione e da tutta quella galassia che in varie maniere ha già costruito,  sta costruendo o ha in mente di costruire associazioni, gruppi di intervento, iniziative in materia di ambientalismo, progetti civici “tendenti al rosso” ecc. ecc.  Il problema è che in questa galassia esistono posizioni diverse non tanto sui programmi, quanto sulla collocazione e sulle strategie da mettere in campo.

Le linee sono tre. La prima considera “mortale” la possibilità che la Lega “con un candidato proveniente dal Msi” (La Tesei) possa andare al Governo dell’Umbria. Per contrastarlo la sinistra deve far parte di un largo schieramento che possa scongiurare questa ipotesi.  

La seconda  parte dal concetto che il Pd, oltre ad aver determinato questa situazione, oltre ad essere un soggetto politico distante dalla sinistra, con le candidature di cui si parla “sposta ancora più a destra l’asse della sua coalizione”. Quindi se la sinistra deve scendere in campo è per presentare una ipotesi e un candidato alternativi ai democratici.  

Infine, la terza ritiene che in questa fase storica occorre prendersi una pausa e saltare uno o due turni elettorali . “Perché visti i risultati invece di ricostruire si da l’idea di una fine irreversibile”. Quindi il compito della sinistra sarebbe quella di mettersi al lavoro per ripartire dal basso, dai movimenti, da tutto ciò che si organizza alla base dei processi politici e sociali e poi, una volta messo in piedi un soggetto o un movimento politico attrezzato, tornare a competere sia a livello nazionale che locale.

“ Il fatto positivo – dice uno dei fautori di questo dialogo – è che l’iniziativa la stanno prendendo soggetti fuori dagli ormai estinti partiti (Prc, Sinistra Italiana e Pc di vario tipo) associazioni, movimenti e progetti prodotti dal territorio. Il fatto negativo è che le divisioni sono ancora profonde e non sarà facile comporle in una proposta unitaria.

Insomma un ulteriore problema per un Pd che parte in salita avendo problemi di aggregazione a sinistra e anche a destra. Ricci, infatti,  non è solo un alleato perche pesca prevalentemente nell’area moderata,  rubando voti al centrodestra.  E’ anche un avversario. Le sue sirene possono convincere tanti ex popolari e “margheriti” che, orfani di Bocci, potrebbero  scegliere questa via intermedia, come forma di protesta o di parcheggio elettorale.

Uno scoglio in più oltre a quelli della composizione della lista che si annuncia, secondo le ultime indiscrezioni,  , nella parte che conta, zeppa di riconferme  (addirittura con qualche illustre  deroga) e della ormai ufficiosa e non ufficiale  candidatura del Presidente della Confcooperative Umbra.  Fora, secondo Radio Corso Vannucci, sarebbe osteggiato da alcuni ed influenti collaboratori del Commissario Verini (Baiardini è tra questi?) che, dice uno dei membri del direttorio “hanno minacciato di spaccare tutto”.

Infine l’iniziativa a sinistra rischia di mettere in difficoltà anche il Sindaco di Gubbio Stirati. In una lista aggregata alla coalizione Pd, qualche possibilità di eleggere un “paesano” in Consiglio Regionale esiste. Ma in campo aperto contro i democratici o con candidati dentro una della liste civiche del fu centrosinistra è quasi utopia. Intanto gli incontri continuano per la serie “Alla ricerca della quadra perduta”.

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