Referendum/ I Francescani di Assisi: "Sorella acqua? Aberrante pensarla privata"
ASSISI - L'acqua e' un ''dono di Dio all'uomo e alla terra'', quindi un ''bene comune'': lo ricordano i frati francescani del Sacro convento di Assisi, per i quali ''e' un'aberrazione pensare, anche solo lontanamente, che l'acqua possa essere considerata di proprieta' di qualcuno''.
Dopo aver ricordato quel che Francesco d'Assisi, diceva dell'acqua nel Cantico delle creature (''Laudato sii, mi Signore, per sor Aqua la quale e' molto utile e umile e preziosa e casta'') i frati del Sacro convento tengono a sottolineare che ''altra cosa e' la gestione dell'acqua, che da parte dello Stato e dei pubblici amministratori, va affrontata con lo sguardo rivolto all'utilita' comune''.
Sul sito www.sanfrancesco.org, il custode del Sacro convento di Assisi, padre Giuseppe Piemontese, si occupa in maniera piu' generale dei referendum di domenica prossima: ''Altri quesiti come il nucleare, insieme a quelli sull'acqua - dice il religioso - pongono la riflessione non solo sul piano di scelte immediate individuali o collettive, ma su quello piu' decisivo degli stili di vita.
Scegliere una societa' senza l'uso dell'atomo o la gestione pubblica dell'acqua puo' essere una scelta avanzata e di responsabilita', ma comporta per tutti la decisione di cambiare stile di vita, passando dallo spreco alla sobrieta', dal benessere senza confini e a tutti i costi ad una vita semplice, che fa a meno di consumi inutili e riduce l'inquinamento. La gioia della vita si fonda piu' sull'essere che sull'avere''.
Martedì
07/06/11
14:42
Protesto per questo modo di fare informazione.
L'acqua e' un ''dono di Dio all'uomo e alla terra'', quindi un ''bene comune.
''e' un'aberrazione pensare, anche solo lontanamente, che l'acqua possa essere considerata di proprietà di qualcuno''.
Dare le notizie in questo modo non è solo scorretto verso i lettori, ma anche lesivo della onestà intellettuale di chi le fornisce.
Vorrei una società dove alla gente si dica la verità e i voti siano consapevoli.
Come noto ai più, il referendum non è se l'acqua debba essere un bene pubblico o privato, ma solo se LA SUA GESTIONE RACCOLTA E DISTRIBUZIONE sia da riservare agli enti pubblici che ne sono proprietari o ANCHE a società di privati (e... non esclusivamente!!).
Abbiamo esempi di buona gestione nel primo e nel secondo caso, per cui io non capisco l'esigenza di impedire per legge di affidare a società specializzate la organizzazione di un servizio pubblico che in molti casi é stato usato dagli enti pubblici come fonte di gestione clientelare e sprechi.
Ogni Comune decida con la sua testa se gestire in proprio l'acqua o farla gestire ad altri più capaci, purché nella completa trasparenza nei criteri di affidamento del servizio e quindi nell'esclusivo interesse dei suoi cittadini.
Mi attendo che il direttore faccia chiarezza sulla impostazione dell'articolo che mi auguro non sia volutamente travisante, con la onestà che riconosco alla sua persona e al suo delicato ruolo.
G.c.
Martedì
07/06/11
15:05
Ma quale articolo, questa è una nota dei Frati di Assisi. Concorde o non concorde, tutti hanno diritto di esprimere la propria opinione. Anche i Francescani del Sacro Convento!! Antonio Torrelli
Martedì
07/06/11
16:22
Non ce nulla da fare, è più forte di lui. Si spaccia di sinistra e, manco per sbaglio, ogni volta sposa in tutto e per tutto le tesi della destra ripetendole pappagallescamente e così fa anche questa volta. Al pari di Berlusconi e soci sostiene in questa occasione che non verrebbe privatizzata l'acqua, ma solo la sua gestione quindi, perché impedirla, visto che la proprietà di questo bene resta pubblica?
Semplicemente perché per un bene comune è pilatesco cercare di distinguere la proprietà della gestione, ma va preso in considerazione l'effetto finale che il suo possesso determina.
Per capire bene questo concetto possiamo fare l'esempio delle spiagge che sono anch'esse un bene comune e che in gran parte sono state affidate, appunto, in gestione ai privati. L'accesso al mare è un diritto per tutti i cittadini, anche per quelli che hanno scarsi mezzi economici o non ne hanno affatto e perciò non possono acquistare una villa in Sardegna dove rilassarsi in tutta tranquillità serviti e riveriti: ebbene, provate ad entrare in uno stabilimento balneare senza pagare il "servizio" che vi offrono e vedrete il risultato. Per assurdo, se tutto il litorale italiano diventasse un immenso stabilimento balneare, non potremmo neppure fare un bagno in mare senza dover pagare il biglietto. Con la proprietà pubblica delle spiagge ci facciamo un baffo, vale il principio, capito!!!!!!!!!!!!!!!! Perché a chi muore di sete interessa poco sapere che l'acqua che gli viene negata è di proprietà pubblica. Ecco perché noi voteremo sì al referendum, o dobbiamo chiedere il permesso a qualcuno? Eugenio Pierucci
Martedì
07/06/11
17:49
A prescindere dalle sue considerazioni sulla mia persona, vede Direttore, la mia ferma protesta era rivolta a come vengono date le notizie, travisandone il senso.
Berlusconi, la mia persona o i referendum non c’entrano nulla.
E’ il principio di corretta informazione che qui è in discussione.
Mi sarei aspettato che lei, quale direttore stimato e intellettualmente onesto condividesse questa mia preoccupazione o almeno trovasse argomentazioni per giustificare il modo con cui è stata data la notizia che induce a travisare i motivi di uno dei referendum (tra l'altro non ho capito da cosa deduce che sono per il no essendomi limitato a chiarire le due differenti posizioni)
Speravo che avesse ammesso la involontaria caduta di stile in quanto anche lei interessato ad una informazione chiara e corretta (anche se di parte) nel rispetto dei lettori. Invece leggo una risposta sgarbata fuori dal tema.
Se non ho capito male devo constatare che per lei questo tipo di fare titoli e dare informazione è condivisibile.
Prendo atto che, a prescindere da alcuni convincimenti comuni, abbiamo modi, valutazioni e sensibilità diverse.
G.c.
Martedì
07/06/11
18:45
Ne sono lieto! Passo e chiudo.
Giovedì
09/06/11
08:40
Forse sfugge a tutti noi che l'importante non è tanto la proprietà dell'acqua, ma proprio la sua gestione !