Referendum: i 4 SI dei Socialisti
Il Direttivo Provinciale di Perugia del Partito Socialista, riunitosi ieri alla presenza tra gli altri dell’Assessore Regionale Silvano Rometti, del Capogruppo in Consiglio Regionale Massimo Buconi e del Segretario Regionale Aldo Potenza, ha confermato la sua posizione in merito ai quattro referendum a cui sono chiamati a decidere gli italiani domenica 12 e lunedi 13 giugno. La posizione del Partito Socialista non è dovuta a posizioni aprioristiche di natura ideologica, ma è maturata a seguito di un’attenta riflessione su tutti gli argomenti oggetto dei referendum. I primi due quesiti riguardano la gestione dell’acqua e dei servizi pubblici che, qualora non venisse abrogata la norma, possono essere dati in gestione a società di capitali, le quali (secondo quesito) avrebbero la legittimità a decidere autonomamente il prezzo della fornitura ed ottenere profitti garantiti sulla tariffa (fino ad un massimo del 7%), senza obbligo di reinvestimento per il miglioramento dei servizi.
La posizione del Partito è ovviamente rivolta alla non privatizzazione, in quanto l’acqua è un bene di primaria necessità, che deve essere accessibile ad ogni cittadino, indipendentemente dal suo reddito. La gestione della rete che ha evidenti problematiche di deterioramento non può di per se essere un escamotage per privatizzare, tanto più che laddove ciò si è realizzato in precedenza (vedi Parigi), è emersa dopo breve tempo la necessità di una ripubblicizzazione. Il terzo referendum riguarda invece la costruzione di nuove centrali nucleari sul territorio nazionale, a cui i socialisti sono contrari dal momento che i costi e le tempistiche che l’energia nucleare richiede sono di gran lunga superiori a quelli delle fonti alternative; tanto è vero che la Germania (Paese da sempre fortemente nuclearizzato), ha dichiarato la sua volontà di dismettere le sue attuali centrali. In ultimo c’è il quesito sul legittimo impedimento che, qualora non vincesse il si, permetterebbe al Presidente del Consiglio dei Ministri ed ai Ministri di non presentarsi in udienza qualora imputati di reati, anche penali.
Dal momento che il Partito Socialista ritiene che tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge, è evidente che anche coloro che ricoprono cariche istituzionali di tale rilievo non dovrebbero comunque essere esenti da giudizio. Una cosa su tutte rimane fondamentale: il referendum è una grande forma di democrazia prevista dalla Costituzione, che ha permesso negli anni passati di abrogare la legge contro l’aborto ed il divorzio, per questo motivo è assolutamente prioritario che i cittadini si rechino alle urne per esprimere la loro volontà e che dunque venga raggiunto il quorum del 50%+1 degli aventi diritto previsto dalla Costituzione.
Cesare Carini
Segretario Provinciale
Partito Socialista
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