Rating: Umbria da AA3 ad A2 - Regioni ed Enti pagano gli errori del Governo
PERUGIA - “L’inaffidabilità dei conti pubblici dello Stato e la debolezza delle misure economiche adottate dal Governo per affrontare le crisi hanno portato l’Agenzia di rating Moody’s a declassare da Aa2 ad A2 l’Italia e automaticamente anche gli enti locali e le Regioni come l’Umbria, che passa da Aa3 a A2”: lo ha detto l’assessore regionale al bilancio Gianluca Rossi che ha sottolineato come l’abbassamento del rating regionale sia una diretta conseguenza dell’analoga misura adottata dall’Agenzia nei confronti del rating sovrano. “Dopo la classificazione al ribasso della Repubblica italiana fatta nei giorni scorsi dall’Agenzia di rating Standard & Poor’s, la nuova valutazione in negativo di Moody’s non ci ha colto di sorpresa. La valutazione dell’Agenzia – afferma - non fa che riconfermare il fallimento e la mancanza di prospettiva della politica economica del Governo italiano e la più assoluta carenza di misure strutturali per contenere il debito pubblico e aiutare la crescita”.
Rossi ha poi ricordato che le Agenzie di rating operano un monitoraggio costante del rating di tutti gli Enti che si sottopongono al loro giudizio e che il rating della Regione Umbria non è mai stato declassato a seguito dell’esame annuale dalle Agenzie Standard & Poor’s e Moody’s a cui è stata affidata la valutazione dell’ente. “Il rating Aa3 di Moody’s – ha detto Rossi - ci è stato infatti sempre riconfermato dal 2000 ad oggi. Ora – ha concluso ironicamente l’assessore – anche noi dobbiamo ringraziare un Governo che anziché risolvere i problemi di questo Paese è impegnato a trascinare con sé verso il basso l’affidabilità delle Regioni e degli enti locali italiani virtuosi e con i conti in ordine”.
Secondo Moody’s infatti “il deterioramento dell’affidabilità creditizia e le misure di austerità imposte dal governo centrale andranno a impattare in varia misura sugli enti locali. In Italia il settore pubblico locale conta per circa il 30% della spesa complessiva dello Stato e deve contribuire allo sforzo che il paese deve fare per raggiungere gli obiettivi di consolidamento dei conti pubblici, attraverso i tagli e la stretta fiscale”.
Per quanto riguarda gli Enti locali, Moody’s ha declassato allo stesso rating dell’Italia le Regioni Basilicata, Liguria, Marche, Umbria da “Aa3” a “A2”, le Regioni Toscana e Veneto da “Aa2” a “A2”, le Province di Firenze, Milano e Torino da “Aa3” a “A2”, i Comuni di Milano e Venezia da “Aa3” a “A2”, Siena da “Aa2” a “A2” e Finlombarda da “Aa2” a "A2". Piemonte, Puglia, Sardegna e Sicilia da "A1" ad "A3", l’Abruzzo da “A2” a “Baa1”, la Calabria da “A3” a “Baa2”, la Campania da “A3” a “Baa2”, il Lazio da “A2” a “Baa2”, il Molise da “A2” a “Baa1”. Moody’s ha declassato infine la Provincia di Rieti da “A1” a “A3”, il Comune di Civitavecchia da “A2” a “Baa1”, Firenze da “Aa3” a “A3” e Napoli da “Baa1” a “Baa3”. Il rating di questi Enti locali si colloca al di sotto di quello nazionale. Al di sopra del rating nazionale sono le Province autonome di Trento e Bolzano, la Cassa del Trentino e la Lombardia da “Aaa” a “Aa3”.
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