PERUGIA  - "L'Umbria è una regione che continua ad essere interessata da crescenti processi di stabilizzazione della popolazione immigrata alla ricerca di piena  integrazione. Lo dimostrano i positivi percorsi scolastici dei più giovani che hanno collocato l'Umbria tra le regioni con la più alta percentuale di allievi immigrati nella scuola primaria". Lo ha affermato la vicepresidente della Regione Umbria, Carla Casciari, intervenendo stamani alla presentazione del 22/mo dossier Caritas Migrantes 2012.

  "L'Umbria  - prosegue la vicepresidente -  continua ad essere luogo di stabile residenza, di studio e di lavoro per gli immigrati che contribuiscono così alla tenuta ed al dinamismo della nostra economia. Le politiche regionali puntano all'integrazione dei migranti anche attraverso il sostegno alle iniziative per il dialogo interculturale e il riconoscimento dei loro diritti, ma anche attraverso la richiesta di adempimento dei loro doveri, la comprensione e il rispetto delle leggi e dei valori civici della nostra comunità".

La vicepresidente ha inoltre ricordato che un contributo importante per sostenere l'inserimento sociale degli immigrati continua ad essere assicurato dalle risorse destinate dalla Regione Umbria ai piani annuali per l'immigrazione: "Anche quest'anno - ha detto - sono state destinate dal bilancio regionale significative risorse per appoggiare i processi di integrazione, anche andando ad intercettare risorse ulteriori come quelle derivanti dal Fondo europeo per l'Integrazione (FEI). Attraverso il Programma annuale 2012, la Regione Umbria sostiene direttamente 153 progetti con un impegno finanziario complessivo di 325 mila euro. Accanto ai programmi annuali si colloca, inoltre, la programmazione territoriale integrata  per la quale  attraverso il 13/mo programma di ambito in materia sono state impegnate risorse pari a  350 mila euro".

Tra le aree prioritarie di intervento, importanti azioni sono state messe in campo per favorire la diffusione della lingua e della cultura italiana ed altri progetti innovativi sono in corso con l'obiettivo di sostenere i migranti, in particolare i giovani e le donne, nel percorso di piena integrazione, tra questi hanno riscontrato grande interesse i corsi di qualificazione per soggetti destinati al lavoro di cura".

"La diffusione capillare sul territorio dei corsi ha consentito la partecipazione delle donne che rivestono un ruolo importante nel processo di integrazione".

"In un contesto normativo nazionale che vede i cittadini extracomunitari esclusi in generale dai diritti politici ed in particolare dal diritto di voto - ha aggiunto Casciari -  per favorire la partecipazione e la crescita del senso di appartenenza alla collettività umbra dei nuovi cittadini, è stato, inoltre, completato il complesso procedimento per la ricostituzione della Consulta regionale umbra dell'immigrazione". 

Concludendo la vicepresidente si è soffermata sulla questione delicata dei profughi accolti in Umbria in seguita all'emergenza Nord Africa: "Quando il 12 febbraio 2011 il Governo italiano ha dichiarato lo stato di emergenza umanitaria nel territorio nazionale per l'eccezionale afflusso di cittadini provenienti dai Paesi del Nord Africa, l'Umbria ha scelto di stare in prima fila sapendo di poter contare su una fitta rete locale costituita da istituzioni e organismi della società civile, tra cui 8 Caritas  diocesane, che ha permesso di fronteggiare l'emergenza.  Per molte di queste persone il destino è ancora sospeso tra il riconoscimento della domanda di asilo politico o il respingimento, tra ricorsi e attese di tipologie alternative di permesso di soggiorno  come protezione sussidiaria, motivi umanitari. Nel nostro Paese è ancora aperto il problema di dotarsi di una normativa organica sull'asilo politico e la protezione umanitaria dando piena attuazione al dettato costituzionale e seguendo l'esempio dei Paesi europei più avanti nella tutela dei diritti umani.

I dati forniti dal Dipartimento per le libertà civili e immigrazione del Ministero dell'Interno attestano che, alla maggior parte dei profughi dal Nord Africa, l'Italia non sta riconoscendo alcuna forma di protezione giuridica internazionale. Nel 2011 le richieste d'asilo sono state 33.576. Di queste ne sono state esaminate 24.233 e 10.520 hanno avuto esito negativo. L'asilo politico è stato invece concesso solo a 1.959 profughi, la protezione sussidiaria a 2.460 migranti e a poco più di 5 mila quella umanitaria.  L'evoluzione della situazione fa registrare un consistente numero di dinieghi in relazione alle domande di protezione internazionale finora presentate dagli accolti in Umbria. Tutto ciò  rischia, in prospettiva, di alimentare il cono d'ombra della clandestinità, il che vanificherebbe, per molte persone, mesi di sforzi profusi per rendere loro possibile una prima integrazione ed una prospettiva di vita diversa.

"L'aver garantito l'assistenza di base, vitto e alloggio, cercato il massimo di coinvolgimento nelle attività del territorio, l'aver procurato ambienti abitativi consoni, a misura di piccoli gruppi - ha concluso - può  rappresentare solo un  tentativo destinato a fallire, un sogno interrotto per esseri umani che ora non sono più per noi dei numeri astratti ma hanno un volto ed un nome. Tutto ciò ci  spinge a sottolineare quanto sia opportuno che si velocizzino il più possibile le procedure per la concessione dell'asilo politico e si pensi ad assicurare comunque una qualche forma di protezione ed esistenza legale ai cittadini che abbiamo scelto di accogliere pur in tempi difficili di crisi economica e morale. Il modello utilizzato per l'accoglienza dei profughi in Umbria  è stato preso come esempio a livello nazionale, ci auguriamo che la collaborazione tra tutti i soggetti coinvolti a vario titolo in questo delicato processo continui, anche per non vanificare quanto è stato fatto sinora".

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