Veramente fantastici i sindacati dei lavoratori di Umbria Mobilità.
Cercano di ritagliarsi un ruolo nella dialettica che si è aperta tra il Consiglio di Amministrazione e gli Enti proprietari e i lavoratori, ma essendo stati, di fatto, ‘membri esterni’ del CdA in questi anni, e avendo condiviso tutte le scelte strategiche in termini di cogestione dell’Azienda, ormai il ruolo di controparte se lo sono giocato.
Umbria Mobilità è Azienda economicamente sana ma in crisi finanziaria perché, un pezzo dello Stato non onora i debiti (50 milioni) nei propri confronti.
Berlusconi e Monti hanno ridotto questo paese uno straccio.
Adesso Cgil, Cisl, Uil ecc.. reclamano il dovuto per i lavoratori, giustamente, ma anche loro fino ad ora dove sono stati?
In questi anni il centrosinistra ha tenuto la barra su due aspetti centrali:  il carattere pubblico di Umbria Mobilità e la salvaguardia dei livelli occupazionali.
L’operazione in corso, utilizzando la crisi finanziaria, è quella di arrivare alla privatizzazione dell’Azienda e di quote assai consistenti.
Privatizzazione significa in primis: taglio dei chilometri del servizio, aumento delle tariffe, taglio del personale.
I sindacati iniziassero a lottare contro la privatizzazione o saranno giorni amari per i lavoratori.

Quinto Sertorio 
 

Condividi