di Nicola Bossi

PERUGIA - Ancora una volta la segreteria regionale del Partito Democratico si è interrogata sul che fare con i suoi apicali eccellenti che sono stati raggiunti da avviso di garanzia per indagini portate avanti dalla Procura della Repubblica. Dalle 11 fino alle 13,45 la segreteria ha iniziato una discussione leale interrotta quando mancavano ancora 15 delegati che avevano chiesto la parola. Tutto è stato rimandato a lunedì prossimo.

I riflettori comunque sono stati tutti puntati sulla figura del Presidente del consiglio regionale Eros Brega, area Dem di Bocci e popolari vicini a Fioroni, che è stato indagato per peculato nell'ambito degli eventi valentiniani. Brega ha detto di essere innocente e di voler continuare il suo lavoro in Regione. Ma ieri la presidente Marini,  alla direzione Nazionale, ha detto chiaramente che dovrebbe lasciare l'incarico in attesa delle decisioni della magistratura.

La maggioranza della segreteria regionale è oggi orientata verso una decisione sul modus operandi qualora dovesse arrivare per Brega e per altri un rinvio a giudizio. Allora a quel punto - bersaniani e persino bocciani - sono d'accordo nelle dimissioni forzate. Ma per l'ipotesi dimissioni solo per un avviso di garanzia, non c'è, allo stato attuale, una maggioranza. A chiedere le dimissioni "indotte subito", sono stati solo Antonello Chianella e il senatore Mauro Agostini, che rappresentano una  minoranza dei membri della segreteria regionale.

Nella mattinata di oggi dunque è prevalsa la linea del segretario regionale Lamberto Bottini: presunzione di innocenza e piena fiducia nella magistratura. E chi vivrà vedrà.

 

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