QUELLI DELLA POLITICA
SPOLETO LIBERAZIONE- L'Amministrazione Comunale ha fatto sapere che il giorno 14 giugno, anniversario della Liberazione di Spoleto dal nazifascismo, alle ore 11, si svolgerà la cerimonia per l'intitolazione al Partigiano Francesco Spitella, dei giardini di viale Matteotti, lato Piazza Carducci, a pochi metri dai quali si trova la casa natale di Spitella e dalla quale nel settembre 1943 partì per le nostre montagne per partecipare alla lotta di liberazione.
Noi, come Spoleto Antifascista saremo presenti, insieme all'ANPI e a tutti coloro che si riconoscono nei valori della libertà e dell'uguaglianza, di cui Franco fu costose per tutta la vita.
Il pomeriggio alle ore 18 negli stessi giardini intitolati al Partigiano, si svolgerà l'annuale raduno organizzato da Spoleto Antifascista. Giornata di ricordi per un rinnovato impegno antifascista saranno accompagnati. Canti Popolari e un momento conviviale per brindare a un futuro da uomini liberi e uguali. L'ANPI porterà il suo saluto. SPOLETO ANTIFASCISTA
TODI FABIO CATTERINI - "Il civismo è libertà. Il Consiglio comunale dell’8 giugno ha certificato una frattura tra la maggioranza, o meglio, la parte del Consiglio Comunale che appoggia la Giunta Ruggiano (8 consiglieri oltre il Sindaco) e i rappresentanti del gruppo consiliare “Per Todi”, che di recente ha aderito alla rete di “Umbria Civica”. La conseguenza è che, numeri alla mano, a Todi non si può più parlare di “minoranza” consiliare, ma di opposizione, essendo quest’ultima composta, allo stato, da 8 consiglieri, ossia lo stesso numero di quelli che appoggiano la Giunta Ruggiano.
Ma il dato che mi preme evidenziare è la presenza, tra le fila dell’opposizione, di almeno 5 membri che non si richiamano apertamente ad un partito, ma che rivendicano la loro natura civica. Al contrario, tra i filo-governativi, risultano solo movimenti ideologicamente schierati, ossia Forza Italia, Fratelli d’Italia e Todi Tricolore, alias Casapound. E un caso? No.
No, perché la frattura tra “Per Todi” dei consiglieri Ruspolini (ex Lega) e Sordini (ex Forza Italia) si è consumata proprio su un terreno che nulla ha a che fare con le ideologie, ossia quello della coerenza, delle promesse fatte agli elettori, della correttezza istituzionale e, last but not least, della legalità.
La frattura difatti nasce dal caso “Ranchicchio”, l’attuale Vicesindaco, al quale i predetti chiedevano di fare un passo indietro, in quanto accusato di mendacio, di aver svolto le proprie funzioni, nella passata consiliatura, in situazioni di incompatibilità, circostanza per la quale è in corso un procedimento amministrativo di restituzione di emolumenti non dovuti.
La frattura ha portato ad una mozione di sfiducia della Giunta (non è possibile sfiduciare il singolo assessore o il vicesindaco) e, di seguito, ad una presa di distanze su altri temi, come la battaglia per la sanità, un campo minato per la Giunta Ruggiano, la quale sembra più interessata a mantenere rapporti cordiali con la Giunta Regionale piuttosto che a rivendicare servizi per i territori; insomma: allineata e coperta!
La politica, quella delle idee e del fare, parte dal territorio.Questa è la verità; quindi, ben vengano formazioni civiche, di qualsiasi estrazione; ben vengano persone che hanno deciso di “rovesciare la piramide”: non più dall’alto verso il basso, ossia nel nostro caso, dalla Regione al Comune, ma in senso contrario. I rappresentanti degli Enti locali come portavoce dei cittadini, non come intermediari tra gli
interessi di partito e le necessità locali.
Siamo civici, siamo liberi." Fabio Catterini
PD SANITA' - Da settimane stiamo chiedendo al Governo di venire in Parlamento e chiarire con proposte chiare e puntuali cosa intendono cambiare del PNRR e perché. Invece abbiamo ascoltato discorsi generici e fumosi con anticipazioni che qua e là escono dalla bocca di qualche Ministro o Sottosegretario. Particolarmente preoccupanti sono le notizie che riguardano la Missione 6 che destina circa 20 miliardi di Euro alla Sanità, con due finalità principali: realizzare la riforma della medicina territoriale, irrobustendo la rete dei servizi di prossimità; investire su innovazione, ricerca e digitalizzazione del Sistema Sanitario Nazionale. Oggi il Governo, senza mai dirlo esplicitamente, sta in realtà cercando di “smontare” questo impianto in particolare la componente che riguarda la medicina del territorio.
Case della Comunità, Ospedali di Comunità, Centrali Operative territoriali nel disegno originario del PNRR rispondono ad una delle lezioni fondamentali che il Covid19 ci ha consegnato: per tutelare la salute collettiva non bastano gli Ospedali, non sono sufficienti l’eccellenza e le alte specialità, se non siamo in grado di fare prevenzione, di occuparci dell’invecchiamento e delle cronicità, di accompagnare e indirizzare le persone ai servizi più idonei a rispondere ai loro bisogni, contrastando le diseguaglianze e le differenze enormi tra aree territoriali, non solo tra Nord e Sud ma anche tra centri urbani e aree interne. Questo impianto, pur essendo le risorse del PNRR destinate principalmente ad investimenti, consente peraltro di usare in modo più efficiente e razionale l’insieme delle risorse – sempre limitate – disponibili. Nel PNRR si legge un’analisi assai chiara in cui si dimostra che l’attuazione delle misure per la medicina del territorio avrebbe un’influenza positiva sulla dinamica della spesa corrente perché porterebbe alla riduzione di ospedalizzazioni a forte rischio di inappropriatezza per patologie croniche, diminuirebbe il ricorso improprio ai Pronto Soccorsi, ridurrebbe la spesa farmaceutica per le classi di farmaci ad alto consumo e rischio di inappropriatezza. Non possiamo dunque che essere fortemente allarmati nel leggere che il Governo – senza discutere ne’ con il Parlamento ne’ con le Regioni e gli Enti Locali interessati – starebbe in realtà pensando di tagliare una parte significativa di Case della Comunità. Quali? Dove? Perché? Temiamo molto che questa mossa finisca per penalizzare i territori più sguarniti di servizi minando uno dei pilastri del PNRR che era ( e per noi deve restare) la riduzione delle diseguaglianze tra i cittadini e i territori.
Sentiamo dire da esponenti di maggioranza che la riforma immaginata dal precedente Governo per la medicina del territorio non può essere realizzata per mancanza di personale. Ma siamo sicuri che non sia possibile aprire una riflessione con i Medici di Medicina Generale che rappresentano una delle risorse che abbiamo sul territorio? Siamo sicuri che si debba solo prendere atto delle loro perplessità e non toccare proprio nulla dell’attuale sistema?
In ogni caso il nodo della carenza di personale – nel territorio così come negli ospedali e nelle strutture sanitarie – è un’emergenza assoluta! E qui veniamo al tema delle risorse. Il Ministro Schillaci ha dichiarato recentemente che è finita l’epoca del definanziamento della Sanità. Saremmo lieti di plaudire a questa affermazione se corrispondesse alla verità. Purtroppo le cifre sono chiare: l’aumento in termini assoluti previsto è solo nominale, non coprendo neppure l’inflazione, e il trend disegnato dal DEF porta la spesa per la Sanità pubblica al 6,2% del Pil nel 2026.
Anche qui dovrebbe servire a qualcosa la lezione della pandemia che infatti indusse gli ultimi Governi della precedente legislatura a compiere scelte in discontinuità con il passato portando la spesa per la Sanità al 7,2% del Pil nel 2021 e al 6,9 del 2022. Su questo il Governo e la maggioranza non possono sfuggire il confronto non solo con le opposizioni in Parlamento ma anche con le organizzazioni professionali, i sindacati, il mondo associativo, le Regioni. Se un Paese come l’Italia non si pone l’obiettivo di raggiungere un livello di spesa per la Salute pari almeno al 7% del Pil, e se non si darà il via ad un Piano straordinario di assunzioni del personale necessario, condanneremo le Regioni al default e la Sanità pubblica al collasso. E i cittadini meno abbienti a restare senza cure. Ma noi, insieme a tutti coloro che vogliono scongiurare questo scenario, ci mobiliteremo per impedirlo.
CIRCOLO PONTE D'ODDI - Venerdì 16 Giugno alle ore 17.30, presso la sede del Circolo Ponte d’Oddi-str.Ponte d’Oddi 33- si terrà un incontro pubblico “Castagner e la città di Perugia”. Si parlerà del rapporto tra Ilario e la città, non solamente sotto il profilo sportivo ma soprattutto sarà un discorso “sentimentale” tra l’uomo che ha scelto la città di Perugia per vivere e formare una famiglia e la città che lo ha accolto e lo ha accompagnato nel percorso della sua vita.
Insieme a graditi ospiti ne parlerà il professor Roberto Volpi
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