Un paio di giorni fa, dopo neanche 9 mesi di pandemia, il nostro paese ha superato la soglia dei 50.000 morti di Covid-19.
La media annuale dei morti per influenza, nel nostro paese, è di 460 persone.
8000 se vogliamo aggiungere tutte le possibili complicanze.
Gli incidenti stradali, nel 2019, hanno provocato 3.173 vittime.
Il tumore con la più alta percentuale di mortalità, il carcinoma al polmone, viaggia attorno ai 33.000 decessi annuali.
E l’unica causa di morte, tra queste tre, che è anche infettiva, è la prima.
Questo per ricondurre la discussione sui numeri, visto che a quanto pare ancora non è chiaro a tutti con cosa abbiamo a che fare.
No, ragazzi, il cenone della vigilia non è una priorità.
Si vive anche senza.
La priorità è che, da qui al vaccino, muoiano meno persone possibili.
Poi, quando sarà passata (perché passerà, prima o poi, tutto passa) potremo allegramente tornare a lamentarci su Facebook di quanto detestiamo le feste e le cene coi parenti.
Testo di Emiliano Rubbi
 

Condividi