Quando le api e non il cachemire resero Solomeo famoso in Europa
di Elio Clero Bertoldi
CORCIANO - Ora il cachemire ha il grido, ma cento anni fa ed oltre Solomeo raccoglieva fama mondiale per le api. Sì, proprio per la produzione aviaria e per il miele dei laboriosi imenotteri. Il tempo che scorre aveva fatto dimenticare questo particolare ed il ruolo che il paesino aveva assunto, per esser sede di Scuola Regia di apiaria, in tutta Europa, allora centro del mondo.
Ora - i casi del destino appaiono a volte incredibili - é stata la tecnologia a rispolverare una storia del tutto dimenticata. Racconta lo storico Gianfranco Cialini: "Sono entrato in in possesso di una cartolina postale, non conosciuta, acquistata su "Ebay", di Solomeo con la foto di una casa con degli alveari, con la scritta: Solomeo - R. (Regio) Osservatorio Apistico. L'immagine riporta la data 31 marzo 1905. Si tratta di una cartolina affrancata, spedita dall’Ufficio postale di San Mariano e indirizzata a Elise Sicard, Golfe Juan (Vallis Aurea) Alpes Maritimes France. Nel frontespizio a fianco della foto vi è riportata la frase in francese: "Souvenir d’amitié, votre amie affilié". La stessa cartolina è stata stampata in Francia da R. Guilleminot, Roespfluget Cle. Paris."
Partendo dalla cartolina il ricercatore, grazie anche alla consulenza del professor Tiziano Gardi, docente di Apicoltura all’Università di Perugia e dell’antropologo professor Luciano Giacchè ha scoperto che in quell’anno direttore dell’Osservatorio era il maestro della locale scuola rurale Pietro Monini.
L’Osservatorio faceva parte, come si deduce dalla cartolina, di una associazione di apicoltura, che superava i confini regionali e nazionali.
Pietro Monini non si dimostrava soltanto un valente maestro, ma pure un qualificato apicoltore tanto da aver pubblicato diverse opere delle quali tre sono conservate nelle biblioteche dell’Università di Perugia: "Corso elementare di agraria teorico-pratico redatto in compendio per uso delle scuole rurali", Perugia 1898; "L’apicoltura nel perugino, l’alveare rustico e il metodo empirico", Perugia, 1902; "L’empirismo in apicoltura e il metodo razionale: manuale pratico-teorico", Perugia 1908.
La sua fama di apicoltore lo aveva condotto a conoscere l’apicoltrice francese Elise Sicard che viveva in una zona (Costa Azzurra) dove esistevano diversi apicoltori, molti dei quali attivi ancora oggi, a differenza della zona di Solomeo ove sono praticamente scomparsi. Da sottolineare comunque, che nel Censimento dell’Agricoltura del 1921, la provincia di Perugia risultava possedere il maggior numero di alveari in Italia (22.600).
Pietro Monini, nato a Perugia nel 1860, si spense a Solomeo il 1 giugno 1911 all’età di appena 51 anni, di cui 17 vissuti in paese come maestro di scuola.
Nel cimitero di Solomeo sono conservati i suoi resti mortali all’interno di un sarcofago sormontato da una lapide con la sua foto che riporta la scritta: "Qui dorme il sonno dei Giusti Pietro Monini di anni 51, morto il 1 giugno 1911, Valente apicoltore per 17 anni maestro di Solomeo. I numerosi allievi ed amici Q.M.P." Sotto la riproduzione di un alveare con delle api.
Con la scomparsa del Monini, illuminato maestro per quell’epoca, Solomeo perse l’Osservatorio dell’apicoltura e, insieme, la fama internazionale acquisita nel settore, che ora un secolo ed un decennio più tardi, é stata riportata alla luce da una cartolina.
Cialini ha prontamente informato il sindaco di Corciano e ne ha dato comunicazione pure all’imprenditore Brunello Cucinelli, faro di Solomeo (e non solo).
Il Lions Club di Corciano Ascanio della Corgna, di cui lo stesso Cialini é presidente e fondatore, sta progettando di organizzare una conferenza, a breve, nel corso della quale saranno illustrati i particolari del ritrovamento e lanciate idee per sfruttarne la portata di immagine, ecologica e scientifica.
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