La vertenza della Perugina, dopo l’incontro al Mise tra azienda e sindacati, sembra registrare una fase di stallo.

Noi giudichiamo l’esito del confronto al Ministero, come del resto anche alcuni sindacalisti esterni alla fabbrica, del tutto negativo: ambedue le parti sono rimaste nelle rispettive posizioni.

L’Azienda ha ribadito la corretta applicazione dell’accordo e l’esubero di 340 persone, il sindacato ha chiesto, invece, il ritiro degli esuberi e il rispetto dei punti dell’intesa firmata l’anno scorso.

Ci sono stati, in seguito, incontri istituzionali del sindacato, dove l’azienda, come sua abitudine, non si è presentata; inoltre dibattiti pubblici e un nuovo incontro a livello locale con il vice ministro Bellanova.

Numerose sono state le dichiarazioni di politici, dei partiti e interrogazioni parlamentari : tutti nel sottolineare l’esigenza di garantire un futuro alla Perugina e di salvaguardare i posti di lavoro, attraverso il rispetto dell’accordo, esprimendo l’esigenza che la Nestlè

riconfermi l’impegno per uno sviluppo industriale.

Secondo noi, soffermarsi ancora solo nel chiedere il rispetto dell’accordo, è una linea politica del tutto insufficiente. Al punto in cui siamo arrivasti occorre prendere atto che serve una svolta profonda nell’impegno della Nestlè, se vogliamo delineare un futuro allo stabilimento di S. Sisto.

L’impressione che si percepisce è quella che, a fine Settembre, si possano trovare alcuni punti di accordo:

1) un’ intesa sulla definizione di un nuovo allungamento triennale 2019-2021 dell’attuale accordo, per permettere la sua piena applicazione, anche con l’impegno di altre risorse.

2 La definizione degli strumento di legge per l’ accompagnamento all’uscita indolore del personale, secondo le modalità già previste nell’intesa del 2016.

3) La riconferma dell’impegno industriale della Nestlè per Perugina, e la sua rinnovata intenzione di confermarla quale capitale del cioccolato: sviluppo e pieno utilizzo dei marchi .

4) Definizione e ampliamento delle politiche di marketing, commerciali e della logistica.

In questo contesto potrebbe delinearsi una fabbrica sempre più piccola, di circa 500 persone fisse, altre stagionali: una unità produttiva il linea con gli standard della Nestlè a livello mondiale.

Ma ciò che più ci preoccupa sarebbe la riconferma in pieno dell’attuale Modulo Produttivo, che avrebbe queste caratteristiche : flessibilità, negli orari, nei tempi di lavorazione, nel personale, rinegoziazione delle categorie, maggior sfruttamento, precarietà.

Per cercare di evitare alcune conseguenze negative, anche in seguito, secondo noi, oggi si dovrebbe partire dall’attuale accordo, ma fare una battaglia politica per una sua nuova Ridefinizione: rilanciare e contrattare nuovi obiettivi innovativi, industriali e strategici, condizione essenziale per salvaguardare il futuro della Perugina e la salvaguardia dei posti di lavoro, degli operai, degli impiegati e del personale indotto.

La Sinistra per Perugia sorregge appieno tutti i lavoratori che lottano per garantire un futuro all’occupazione e preservare una industria, a tutti noi molto cara.

Giuseppe Mattioli- La Sinistra per Perugia

Stefano Vinti – Ass.Culturale Umbria Left

 

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