di Nicola Fratoianni.

L'Emilia Romagna ha richiesto lo stato di calamità naturale, la Toscana idem, e tutte le altre regioni del centro e del nord sono in condizioni difficilissime.
Il Mediterraneo, un mare intorno al quale vivono 500 milioni di persone, è considerato dagli scienziati tra le aree più sensibili ai rischi derivanti dai cambiamenti climatici.
In Italia le temperature salgono più del doppio di quanto non stiano facendo nel resto del mondo, sono già salite di 1,3 gradi e potrebbero salire fino a 2 gradi nei decenni a venire.
Qui, dove viviamo tutti noi, gli effetti si fanno già sentire: si innalza il livello del mare (e della sua salinità), crescono le temperature, aumenta la siccità e il rischio di degrado riguarda oltre la metà del territorio italiano.
Si sciolgono i ghiacciai, si riduce la biodiversità, aumentano le precipitazioni improvvise ed intense, le frane e le alluvioni. Aumentano anche i rischi per la salute, a causa delle malattie trasmissibili dagli insetti e dalle acque insalubri.
Ce ne vogliamo occupare, visto che siamo i primi a pagare il conto in termini di degrado del nostro territorio e di gestione dei flussi migratori che sono provocati anche dai cambiamenti climatici? Dov'è il piano italiano per l'attuazione degli accordi di Parigi? Dov'è l'attivismo del governo su questioni così cruciali?
Non sopporto tanta cecità, di tutti, a volte anche della sinistra. Si divertono a dipingerci come rancorosi e minoritari, a farci parlare solo di schemi politici astratti, a farci commentare cose che non hanno alcuna importanza reale. Costruiscono armi politiche di distrazione di massa, e noi di tutta risposta dobbiamo costruire la forza pacifica di un popolo consapevole, che sa quel che vuole, che si pone l'obiettivo di realizzarlo ed ottenerlo. Unito, perché condivide gli stessi problemi. Unito perché pensa insieme alle soluzioni. Unito perché le persegue con coerenza e placida determinazione, nelle aule parlamentari e nelle strade. Unito perché intelligente nel trattare con chi ha interessi diversi e nel convincere chi fino a ieri la pensava in un modo differente. La forza della ragione e della realtà è quella che ci serve. Le forze politiche della sinistra - tutte - lo capiscano: la strada è questa, tutto il resto è un tatticismo che forse può servire a noi, ma non serve alle persone che di un cambiamento radicale hanno bisogno come l'acqua che non scende più dai nostri cieli.

Condividi