L'assessore per caso, Luca Coletto, sugli affari di propria competenza è talmente impreparato da costringere la Usl Umbria 2 a rispondere per conto della giunta regionale. Non fa eccezione il caso del Punto nascita dell'ospedale di Spoleto, chiuso per una precisa volontà politica della Regione Umbria. Così in una nota il consigliere regionale del M5S, Thomas De Luca, il capogruppo in consiglio comunale a Spoleto, Samuele Bonanni, e il consigliere Enrico Morganti. Le normative ministeriali, infatti, pongono esclusivamente in capo a lui la procedura per la richiesta di deroga. Richiesta che doveva essere "formalizzata dall'assessorato alla Salute, sentito il parere del Comitato Percorso Nascita Regionale" come definito dalla Fase 1 del Protocollo Metodologico per la valutazione delle richieste di mantenere in attività Punti nascita con volumi di attività inferiori ai 500 parti/annui e in condizioni orogeografiche difficili (art. 1 D.M. 11/11/2015).

Il protocollo definisce in maniera chiara e indiscutibile gli elementi necessari alla valutazione della richiesta di deroga tra cui:

a) Autovalutazione tramite checklist degli Standard operativi, tecnologici e di sicurezza del Punto nascita in deroga
 b) Relazione che attesti che il Punto nascita in deroga si inserisca in modo organico nella rete di offerta dei Punti nascita di I e II livello (Hub e Spoke), con una particolare attenzione alla modalità di attuazione del Sistema di trasporto in Emergenza della madre e del neonato (STAM e STEN)
c) Analisi dei flussi di mobilità attiva e passiva delle partorienti rispetto ai Punti nascita di cui si chiede la deroga, compreso la georeferenziazione, che evidenzi l’attuale bacino di utenza dei singoli punti nascita, nonché il potenziale bacino di utenza degli stessi al fine di mostrare il potenziale numero di parti dell’area interessata. Le Regioni e PA devono elaborare un programma finalizzato ad incrementare l’indice di attrazione dai Comuni del bacino di utenza, comprensivo del cronoprogramma degli obiettivi da raggiungere per il reclutamento delle partorienti nel PN di cui si richiede la deroga.
d) Formalizzazione della responsabilità professionale del PN in deroga (da specificare nella richiesta di deroga) da conferire ad un professionista con adeguata competenza ed esperienza, necessarie a svolgere tale funzione.
e) Analisi dei costi
Nella richiesta di deroga presentata dalla Regione Umbria al Ministero della Salute, di cui siamo entrati in possesso tramite formale richiesta di accesso atti, tale documentazione risulta essere estremamente esigua (a,b) se non del tutto assente in alcuni casi (c,d,e). Soprattutto va evidenziata la mancanza di un programma finalizzato ad incrementare l'indice di attrazione comprensiva di un cronoprogramma degli obiettivi da raggiungere per il reclutamento delle partorienti nel PN di cui si richiede la deroga. L'assessore Coletto dovrebbe inoltre ben sapere che l'esclusione del Comune di Norcia non è stata minimamente compensata dall'inserimento di comuni extra-distretto, al contrario estremamente penalizzata. Calcolando l'indice di fidelizzazione eliminando comuni come Sangemini, Montecastrilli, Acquasparta, Spello, Valtopina e riparametrando il calcolo su periodo gennaio-ottobre 2022, l'indice si alzerebbe al 60% invece che al 38%.

Ricordiamo infine che ai sensi del DM 11 novembre 2015, al CPNn è attribuito il compito di esprimere un parere meramente "consultivo" che non può imporre alcuna chiusura dei Punti nascita. Quest'ultima è infatti una decisione che spetta alla politica regionale. Di fronte alla mancata risposta da parte della Regione e alle precisazioni, peraltro non richieste della Usl Umbria 2, riteniamo doveroso presentare un'interrogazione in Question Time alla seduta del 20 dicembre 2022 obbligando la giunta ad assumersi le proprie responsabilità. La chiusura del Punto nascita di Spoleto, ci teniamo a ribadirlo, costituisce una palese violazione dell'ordinanza 67/2020 della stessa presidente Tesei.

Condividi