Pubblico impiego, partita la vertenza in Umbria. 35mila in stato di agitazione
PERUGIA - Sui pubblici dipendenti si stanno concentrando gli interventi restrittivi del Governo, che si sommano pericolosamente al blocco del contratto nazionale e della contrattazione integrativa, agli effetti negativi della “riforma Brunetta” oltre che ad una campagna mediatica di odio e denigrazione già in atto da anni. Secondo la Uil-Fpl dell’Umbria, riunita ieri in una Direzione regionale, si tratta di una situazione non più sostenibile e accettabile.
“C’è bisogno – è stato affermato nel corso dei lavori – di un cambio di rotta e, per questo, occorre dare un segnale forte: lo sciopero generale del pubblico impiego del 28 ottobre 2011, indetto dalla Uil, vuole far ripartire un vero piano di rilancio della pubblica amministrazione, per riaffermare il valore del lavoro pubblico, in sintonia con un generalizzato innalzamento della qualità dell’azione pubblica e all’interno di un quadro di corrette relazioni sindacali”. In Umbria sono circa 35mila i lavoratori pubblici occupati nei settori rappresentati dalla Uil-Fpl (regioni, autonomie locali, sanità pubblica e strutture sociali e sanitarie private che applicano il contratto pubblico).
Lo sciopero, al quale hanno già confermato l’adesione decine di migliaia di lavoratori umbri, avrà come epicentro la manifestazione che si terrà a Roma in piazza Santi Apostoli. Nel corso della Direzione della Uil-Fpl, alla quale hanno preso parte il segretario generale Uil Umbria Claudio Bendini, il segretario regionale Uil-Fpl Marco Cotone, i segretari provinciali di Perugia, Maurizio Molinari, e Terni, Gino Venturi, oltre ai responsabili di tutte le aziende territoriali, sono stati illustrati nel dettaglio i dieci punti che compongono la piattaforma rivendicativa alla base della protesta del sindacato. “Conosciamo – ha sottolineato Cotone - le difficoltà e il sacrificio che oggi comporta una giornata di sciopero, in particolare in alcune delle nostre aree di attività, ma chiediamo ai lavoratori di compiere uno sforzo straordinario, per raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati.
E’ necessario un vero piano di rilancio della pubblica amministrazione, per riaffermare il valore del lavoro, in sintonia con un generalizzato innalzamento della qualità dell’azione pubblica e all’interno di un quadro di corrette relazioni sindacali. La nostra protesta non è una fiammata che si brucia in un giorno, ma un richiamo forte e responsabile ai governi centrali e locali a confrontarsi sulle nostre proposte per un’amministrazione pubblica forte, garante dei diritti di cittadinanza, realizzata con la partecipazione dei pubblici dipendenti, ai quali deve essere riconosciuto il valore del proprio lavoro”.
Questi i dieci punti della piattaforma rivendicativa della Uil-Fpl:
• rilancio della contrattazione integrativa;
• meno tasse per il lavoro pubblico;
• soluzione al problema del precariato;
• riduzione dei costi della politica, degli sprechi e della spesa improduttiva;
• riorganizzazione degli ambiti territoriali delle amministrazioni locali e della sanità;
• attivazione di un tavolo di confronto sulle relazioni sindacali con il Governo e le Associazioni degli enti locali;
• alleanza con gli amministratori locali, lavoratori e cittadini;
• riconoscimento del valore del lavoro pubblico;
• reale avvio della previdenza complementare;
• soluzione delle vertenze sul trattamento di fine rapporto, trattamento di fine servizio e lavori usuranti.
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