Pubblico impiego: 12 miliardi per le armi ma niente soldi per il contratto
"Il Governo ha approvato in un batter d’occhio un incremento delle spese militari da 12 miliardi di euro all’anno, ma dice di non trovare poche centinaia di milioni che servono per i contratti di lavoratrici e i lavoratori che in questi ultimi due anni, in condizioni difficilissime, hanno garantito servizi essenziali e diritti costituzionali ai cittadini”. Chiedono risposte e soprattutto risorse certe i sindacati del lavoro pubblico Fp Cgil, Fp Cisl e Uil Fpl, che stamattina anche in Umbria, in contemporanea con il resto d’Italia, hanno dato vita ad un presidio sotto la prefettura di Perugia e sono stati poi ricevuti dal prefetto al quale hanno esplicitato le rivendicazioni nei confronti del governo.
“Non chiediamo altro che il rispetto degli accordi - spiegano le tre sigle sindacali, oggi in piazza con lavoratrici e lavoratori della sanità e delle funzioni locali - a partire da quel ‘Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale’, sottoscritto il 10 marzo dello scorso anno con il governo". Allo stato attuale, infatti, osservano, “le risorse sono insufficienti per: la revisione di tutti i sistemi indennitari fermi da oltre dieci anni, la valorizzazione delle professionalità attraverso la riforma degli ordinamenti e dei sistemi di classificazione, la contrattazione integrativa e la necessità della rimozione dei vincoli normativi ad oggi esistenti”. "Serve poi - insistono Fp Cgil, Fp Cisl e Uil Fpl - un piano straordinario di assunzioni nella Pubblica amministrazione visto che nell’arco dei prossimi 4 anni, periodo in cui andrà anche attuato il Pnrr, usciranno per pensionamento 1 milione di lavoratori pubblici in Italia, circa un terzo del totale".
Accanto alle motivazioni di carattere nazionale i sindacati hanno portato in piazza a Perugia pure quelle locali: “Anche in Umbria chiediamo il rispetto degli accordi - hanno spiegato i tre segretari generali di Fp Cgil, Fp Cisl e Uil Fpl, Tatiana Cazzaniga, Luca Talevi e Marco Cotone - sia sulle assunzioni stabili di personale, fondamentali per la tenuta del sistema, sia su progressioni economiche e vestizione. Stiamo anche valutando un ricorso ex articolo 28 (attività antisindacale) per la violazione degli accordi sottoscritti da parte della Usl Umbria 1 e della Usl Umbria 2”.
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