PERUGIA - Ridare orgoglio e dignità al lavoro pubblico: è questo l'obiettivo della grande manifestazione organizzata da Cgil, Fp-Cgil e Flc Cgil per sabato 8 ottobre a Roma e alla quale parteciperanno centinaia di lavoratrici e lavoratori umbri del pubblico impiego, della scuola e dell'Università, ma anche del privato. Perché, come hanno spiegato stamattina nel corso di una conferenza stampa Mario Bravi, segretario generale della Cgil dell'Umbria, Vanda Scarpelli, segretaria generale della Fp-Cgil e Amedeo Zupi, segretario generale della Flc Cgil, “difendere il lavoro pubblico vuol dire difendere il futuro di questo Paese”.

La situazione “drammatica” in cui sono ormai costretti tutti i settori pubblici, a partire da quelli fondamentali, come scuola, sanità, università e sicurezza, è infatti un enorme ostacolo allo sviluppo dell'Italia e l'Umbria purtroppo non fa eccezione. Anzi, la nostra regione, è stato spiegato in conferenza stampa, che si è sempre contraddistinta per livelli di welfare superiori alla media, rischia ora di perdere le basi su cui ha costruito la sua coesione sociale.

Alcuni dati concreti per rendere l'idea: le scuole della regione stanno vivendo difficoltà mai conosciute, manca chi apre e chi chiude i plessi, non c'è più sorveglianza, le classi pollaio sono sempre più numerose. In Sanità dal 2013 arriveranno dal Fondo Sanitario Nazionale 38 milioni di euro in meno e ultreiori 83 milioni saranno tagliati nel 2014. Stesso discorso per l'università, che quest'anno non è rientrata tra quelle virtuose con la conseguenza di una taglio di milioni di euro ai finanziamenti. Questo comporterà – secondo la Cgil – conseguenze pesantissime, come la possibile chiusura della sede di Terni, assolutamente strategica per lo sviluppo dell'Ateneo. Il declino del sistema universitario è poi testimoniato dal dato, mai registrato prima nella storia di Italia, del calo di studenti iscritti (-8% in Italia, qualcosa di meno a Perugia).

“Ma in questo Paese purtroppo – hanno osservato Zupi, Scarpelli e Bravi – spesso prevalgono le chiacchiere da bar sui dati di fatto, come la lunga campagna di disinfomazione sul lavoro pubblico ha dimostrato”. E' un falso ad esempio, è stato ribadito, che i dipendenti pubblici in Italia siano troppi. Nel contesto europeo infatti, l'Italia si piazza nel terzo inferiore come rapporto tra popolazione e lavoratori pubblici. “E poi vogliamo parlare di retribuzioni?”, hanno osservato ancora i sindacalisti, ricordano che in Italia si guadana dal 10 al 30% di meno rispetto ai colleghi degli altri Paesi Ue.

“E anche per quanto riguarda l'Umbria si sono lette e sentite tante assurdità”, hanno aggiunto Bravi, Scarpelli e Zupi. I dipendenti pubblici umbri sono 51.067, ovvero l'1,52% del totale dei dipendenti pubblici italiani (dunque in linea con il peso della popolazione umbra su quella nazionale). E se l'incidenza dell'occupazione pubblica sul complesso dell'occupazione nella regione (13,8%) è superiore a quella media nazionale, questo è dovuto al ruolo di supplenza che il lavoro pubblico ha dovuto svolgere in Umbria per le pesanti carenze del settore produttivo privato e per la tenuta sociale della regione.

“Non è una caso che in Umbria si guadagna di meno rispetto alla media del Paese (-8%), ma il livello di diseguaglianza (indice di Gini) è più basso”, ha sottolineato Mario Bravi, evidenziando che la manifestazione di sabato otto ottobre a Roma, per la quale dall'Umbria sono già stati organizzati 10 pullman (7 dalla provincia di Perugia e tre da quella di Terni), è una manifestazione di tutto il mondo del lavoro, perché il lavoro pubblico è un “bene comune” che va difeso e rafforzato.  

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