Psichiatria e diritti.
di Stella Di Domenico.
Nel corso della storia la disabilità è stata oggetto di diverse connotazioni negative,atti denigratori, sacrifici e omicidi a carico delle persone con disabilità. Nella civiltà greco-romana si considerava un castigo degli Dei, nel Medioevo una manifestazione del diavolo. Nel Rinascimento “gobbi” e “nani” venivano utilizzati come giullari di corte, nascono i manicomi per “isolare dal resto del mondo” i malati psichiatrici considerati “espressione del Diavolo”. Nell’Ottocento, con l’introduzione dei macchinari per la produzione di beni industriali ci fu un aumento delle disabilità fisiche e coloro che non riuscivano a tornare “attivi” venivano considerati malati inguaribili. Durante il Nazismo le persone con disabiltà venivano etichettate come “non meritevoli di vivere” . Da allora si sono fatti molti passi avanti nel riconoscimento dei diritti di queste persone, la legge 180/78 (chiusura degli ospedali psichiatrici), la legge 517/77 (apertura delle scuole alle persone con disabilità- promozione dell’integrazione e creazione dell’insegnante di sostegno) e non ultima la legge 104/92 che dovremmo conoscere come le nostre tasche e che se venisse realmente applicata sarebbe un enorme passo avanti per la civiltà.
La foto, del 1982, ritrae due bambini “psichiatrici” legati ad un radiatore.
Quanti di voi inorridiscono davanti a questa fotografia? Quanti di voi esclamano “povere creature” ? Se non tutti, tanti.
Eppure vi chiedo, quanti di voi non escludono questi bambini e le loro famiglie coinvolgendole nella vita quotidiana? Quanti di voi portano i propri figli a giocare con i nostri? Quanti di voi si sforzano di passare dal “poverino” al rispettare i diritti di questi bambini? Quanti di voi si interessano di quello che viviamo ogni giorno?
Potrei continuare all’infinito, ma mi fermo qui .
Da questa foto ne è passata di acqua sotto i ponti ma, oggi, nel 2019 ancora esiste e resiste quel logoro laccio che tiene legati questi bambini al radiatore, perchè fin quando non si comincerà a mettere il concetto di “persona” davanti a quello di “disabile” non avremo mai realmente fatto quel passo che distingue l’uomo dalla bestia.
La speranza è che in futuro si guardi ad oggi con lo stesso orrore di come oggi si guarda questa foto.
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