Provincia Terni a rischio. Polli chiama Paglia e la Marini...ma il 29 agosto
di bnc
TERNI - Se da una parte, questa mattina, il numero uno dell'Idv di Terni, Federico Di Bartolo, presentava la proposta di abrogare tutte le province d'italia; oggi pomeriggio il ternano e presidente della provincia, Feliciano Polli schiera tutto il suo consiglio e le altre istituzioni - anche i rappresentati dell'Idv ?- contro la decisione del governo che vedrà domani il primo atto al Senato.
Una doppia mobilitazione: la prima con i politici, la seconda si spera di popolo, essendo aperto al pubblico il consiglio speciale previsto per il 29 agosto (un lasso di tempo oggettivamente troppo lungo per provare a spaventare qualcuno...colpa delle vacanze?). "Una seduta particolarmente urgente e importante per scongiurare - dice il presidente Feliciano Polli - una decisione dagli effetti devastanti sul territorio provinciale e regionale. Per queste ragioni, e perchè ci sia il massimo dell'unità e della rappresentatività della comunità regionale, il consiglio - annuncia Polli - sarà aperto ai massimi vertici delle istituzioni, a partire dalla presidente della giunta regionale, Catiuscia Marini, ai parlamentari della regione, al presidente della Conferenza episcopale umbra, mons. Vincenzo Paglia, ai sindaci della provincia di Terni, alla Camera di commercio, alle forze economiche e sociali".
Polli, da ternano doc, paventa anche il rischio di una supremazia perugina, sul resto del territorio: "Il provvedimento, inoltre, riducendo il territorio dell'Umbria ad un'unica Provincia, produrrebbe, nell'immediato, gravi squilibri e distorsioni negli assetti istituzionali regionali e, successivamente, metterebbe a rischio l'autonoma sopravvivenza della regione dell'Umbria". Polli conclude definendo "errate le posizioni di coloro che, anche dal versante istituzionale, danno per scontata una decisione che, invece, scontata non è, acconciandosi a cogliere i presunti benefici di una scelta che finirebbe, al contrario, per penalizzare l''intero territorio regionale, drasticamente ridimensionato, e con esso, inevitabilmente, le famiglie e le imprese".
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