“Nei giorni scorsi le associazioni di categoria Confcommercio e Confesercenti dell’Umbria – afferma in una interrogazione il capogruppo dei socialisti riformisti in Provincia Enrico Bastioli - hanno presentato alla Regione Umbria una proposta di modifica alla Legge regionale 46/98 sulla disciplina delle sagre. Nella conferenza stampa di presentazione della proposta sono stati illustrati alcuni dei punti salienti della modifica, che si possono sintetizzare in : qualità, durata, regole in materia igienico sanitaria conformi a quelle richieste a chi fa somministrazione, rivisitazione dei menu per valorizzare le tipicità e i prodotti del territorio, controlli.

Per entrare più nel dettaglio, le due organizzazioni propongono l’istituzione di un Albo regionale delle sagre di qualità, il divieto dei servizi di prenotazione e asporto, la riduzione a 5 giorni del periodo in cui in ciascuna località possono essere effettuate sagre e feste paesane, l’estensione delle funzioni di controllo alla Polizia provinciale oltre che ai Comuni, la riduzione dei piatti da somministrare, l’obbligo di utilizzare fornitori del territorio e di valorizzare la manifestazione con eventi diversi dalla semplice somministrazione. Confcommercio e Confesercenti propongono di suddividere le sagre in 4 tipologie, privilegiando quelle che valorizzano le tipicità territoriali:

1) Sagre gastronomiche - Sono organizzate per la promozione di un prodotto enogastonomico che rappresenti il territorio; - la superficie di somministrazione non deve superare il 70% della superficie totale adibita alla sagra; - almeno l’80% dei piatti proposti deve essere costituito dal prodotto oggetto della sagra; - i prodotti somministrati devono avere provenienza regionale certificata mediante presentazione di un elenco dei fornitori delle materie prime; - obbligo del requisito in materia di igiene degli alimenti per coloro che operano all’interno della cucina; - durata massima: 5 giorni.

2) Manifestazioni culturali, politiche, religiose, sportive e di volontariato
- Sono organizzate per finalità culturali; politiche, religiose, sportive o di volontariato;
- divieto di promozione di prodotti enogastronomici; - la superficie di somministrazione non deve superare il 50% della superficie totale adibita alle attività culturali, politiche, religiose, sportive o di volontariato; - menu composto da massimo 2 piatti per ogni portata; - indicazione della provenienza geografica e tipo di conservazione dei prodotti (fresco/surgelato) - obbligo di utilizzo di materie prime di produzione locale certificata mediante presentazione di un elenco dei fornitori delle materie prime; - obbligo del requisito in materia di igiene degli alimenti per coloro che operano all’interno della cucina; - obbligo di svolgimento nel periodo del mese di luglio e agosto;
- durata massima: 3 giorni.

3) Feste paesane - Sono organizzate per eventi ricreativi di rilevanza paesana o di quartiere;
- divieto di promozione di prodotti enogastronomici; - la superficie di somministrazione non deve superare il 70% della superficie totale adibita alle attività ricreative; - menu composto da massimo 2 piatti per ogni portata; - indicazione della provenienza geografica e tipo di conservazione dei prodotti (fresco/surgelato); - obbligo di utilizzo di materie prime di produzione locale certificata mediante presentazione di un elenco dei fornitori delle materie prime; - obbligo del requisito in materia di igiene degli alimenti per coloro che operano all’interno della cucina; - obbligo di svolgimento nel periodo del mese di luglio e agosto; - durata massima: 3 giorni.

4) Festival di partito - Sono organizzate da partiti politici locali; - la superficie di somministrazione non deve superare il 50% della superficie totale adibita alle attività culturali; politiche, religiose, sportive o di volontariato; - menù composto da massimo 2 piatti per ogni portata; - obbligo di utilizzo di materie prime di produzione locale certificata mediante presentazione di un elenco dei fornitori delle materie prime; - obbligo del requisito in materia di igiene degli alimenti per coloro che operano all’interno della cucina; - durata massima: 3 giorni; - massimo 1 evento per ogni territorio oggetto di elezioni di organi istituzionali locali.

La crisi economica che sta colpendo anche la nostra Regione sta avendo conseguenze anche tra i ristoratori locali che legittimamente chiedono ai loro rappresentanti di categoriadi trovare soluzioni per uscirne. Se la Regione Umbria adottasse tale regolamentazione, ciò comporterebbe la chiusura della maggioranza delle sagre, feste paesane, di volontariato, ecc. in quanto la rigidità di tali norme (soprattutto la riduzione ad un massimo di 5 giorni per l’attività di sagra) non consentirebbe ad associazioni – che ricordiamo operano per volontariato – di sostenere costi e sforzi economico-organizzativi che questo nuovo regolamento imporrebbe. Inoltre il ruolo che in tutti questi anni le Sagre, le feste paesane, le manifestazioni culturali, politiche, religiose, sportive e di volontariato hanno rivestito in termini di valorizzazione del territorio, preservazione delle tradizioni locali.

La loro attività nelle frazioni, nei paesi e nei quartieri sono uno dei più importanti strumenti di integrazione, controllo e tenuta sociale che la società umbra può vantare. I proventi di tali manifestazioni vengono sempre reinvestiti in opere e attività di carattere sociale, di beneficenza, culturale e che, per le stesse amministrazioni comunali, rivestono un importante ruolo di partnership nella gestione del territorio e delle politiche socio-culturali dello stesso. La regolamentazione già prevista dalla legge regionale può essere indirizzata ancor di più verso una valorizzazione dei prodotti tipici locali e la salvaguardia dell’ambiente , senza che questa diventi un espediente – stante la rigidità di alcune proposte – per cancellare molte sagre e manifestazioni. Iin tale senso, ad esempio, si valuta molto positivamente la proposta della Regione dell’Umbria denominata EcoFeste che incentiva attraverso contributi, l’utilizzo nel corso delle sagre e manifestazioni simili di materiale biodegradabile e differenziabile.

C’è infine la necessità di aprire un dibattito allargato a tutte le componenti del mondo delle istituzioni, della ristorazione, del volontariato, delle pro loco, per affrontare insieme le problematiche sollevate e cercare di trovare soluzioni che possano venire incontro alle difficoltà dei ristoratori senza mortificare le passioni e i sacrifici delle migliaia di persone che ogni anno in Umbria si dedicano – gratuitamente - all’organizzazione di sagre e manifestazioni”. Bastioli interroga quindi l’assessore competente in materia Per sapere se “la Provincia di Perugia è stata coinvolta o interpellata dalle associazioni di categoria dei ristoratori circa l’utilizzo della Polizia Provinciale nelle attività di controllo per le sagre e le altre manifestazioni sopra esposte e Per conoscere le intenzioni della Provincia di Perugia circa un riordino della normativa in materia, auspicando che la stessa si faccia promotrice di un tavolo di confronto con tutti i soggetti preposti al fine di arrivare ad una eventuale proposta di modifica condivisa il più possibile e non solo frutto di una parte.

 

Condividi