Il Capogruppo del PRC Luca Baldelli sottolinea l’importanza di una riflessione sul ruolo delle Province , una riflessione che non deve spegnersi nemmeno dopo il Consiglio provinciale di lunedì 18 giugno che, celebrando i sessant’anni del ripristino della democrazia e della piena funzionalità della Provincia di Perugia dopo l’oscuro e nefasto periodo fascista, ha costituito anche un momento di analisi e di esame delle proposte di riforma a livello nazionale. Negli interventi di Fabrizio Bracco ( in rappresentanza della Regione Umbria ) e di Pietro Laffranco ( parlamentare ) si è colta chiaramente l’affermazione del ruolo necessario delle Province come Enti intermedi di area vasta. Ciò rappresenta un positivo elemento di novità, rispetto all’offensiva demagogica , rozza e disinformante contro le Province e le loro prerogative; da questo elemento, però, ora si deve partire per stoppare ogni idea di soppressione delle Province, ancora circolante a livello nazionale e anzi messa per iscritto in sciagurati disegni di legge, e per rimettere in gioco un insieme di proposte alternative incentrate su alcuni punti qualificanti che, questi sì, garantirebbero efficienza, funzionalità e incisività alle Istituzioni, nel loro compito di servire al meglio gli interessi collettivi . Dato che non è pensabile un assetto istituzionale per il quale esistano solo Regioni ( naturalmente votate alla legiferazione e alla programmazione, non certo all’operatività ) e Comuni ( il cui perimetro di azione è,naturalmente, quello ristretto all’interno del territorio di riferimento ), occorre rilanciare il ruolo e le funzioni di un Ente intermedio, cerniera fra realtà regionale e realtà municipali, ruolo e funzioni che possono appartenere solo alla Provincia. La politica nazionale deve smetterla di identificare nelle Province solo centri di costo, per poi magari salvare carrozzoni inutili, veri e propri magazzini per trombati alle elezioni politiche, i quali costituiscono, quelli sì, inutili e costosi apparati , per giunta eletti da nessuno ( mentre le Province, come dimostrano dati inoppugnabili, rappresentano appena l’1,6% della spesa pubblica italiana ). Si aboliscano subito, e per intero, tutti quegli Enti inutili che non danno alcun servizio e le cui teoriche competenze possono essere esercitate, per davvero, dalle Province, nei campi dell’ambiente, della programmazione territoriale, della gestione idrica ecc…Questa è l’unica riforma che va fatta in nome dell’interesse dei cittadini e dei giusti obiettivi di risparmio invocati a sproposito dai soloni della soppressione delle Province. Le Regioni recuperino prestigio e funzionalità legiferando bene e in maniera efficace, nonché garantendo riequilibrio territoriale nell’allocazione delle risorse per i territori di riferimento; i Comuni siano dotati della giusta autonomia impositiva rispetto a patrimoni e rendite, nonché di potestà in ordine alla lotta all’evasione; le Province siano messe in condizione di operare su area vasta con interventi di qualità, senza “ spezzatini gestionali “ di competenze con le Regioni, componendo in un quadro unitario i vari interessi municipali, offrendo assistenza ai piccoli e medi Comuni in tutti quei settori dove essi non possono essere autosufficienti. Di questa “ riforma “ c’è bisogno, non certo di pastrocchi che creano solo più costi per i cittadini, esternalizzazioni selvagge, maggiore burocrazia.

Condividi