Prosegue a Perugia il soggiorno estivo educativo per famiglie con bambini minorati della vista, promosso dal consiglio regionale umbro dell’Istituto per la ricerca la formazione e la riabilitazione (Irifor) dell’Unione italiana dei cechi e degli ipovedenti (Uici), di concerto con il centro tiflodidattico (delle disabilità visive nella sfera dello studio, con particolare riferimento alla scuola d’infanzia e primaria) di Assisi, e con il finanziamento della banca Unicredit. Il progetto, di cui è responsabile il presidente regionale dell’Irifor, Emilio Vantaggi, sarà ospitato, fino a lunedì 27 agosto, dal casale ‘Il forabosco’ di Collestrada di Perugia (gestito dall’Associazione umbra Ricerca e assistenza psicotici). “È un progetto - ha spiegato la coordinatrice del programma e responsabile del centro tiflodidattico di Assisi, Francesca Piccardi - che definirei ‘sperimentale’ perché, per la prima volta, abbiamo bambini fra i 3 e gli 8 anni e i loro genitori. Per i bambini sono previsti laboratori di manipolazione, espressivi, di orientamento abilità e autonomia personale, musicali, escursioni nel bosco con finalità realistiche e fantastiche. Inoltre, abbiamo un laboratorio di narrazione e di costruzione di materiali tattili, che facciamo tutti i pomeriggi, e il laboratorio plurisensoriale ‘lablib’, ideato da Bruno Munari, che riproponiamo con lo spirito del suo creatore, promuovendo cioè la creatività individuale. Si propongono cioè ai bambini tantissimi materiali, non si danno input sull’utilizzo ma, come voleva Munari, si lasciano liberi di scoprire e farsi travolgere dalle emozioni che un pezzo di corda o di stoffa può suscitare”.
Lo staff che assiste gli 11 bambini e i loro genitori è composto da un istruttore di orientamento e mobilità ed autonomia personale, 6 educatori specializzati, un tiflologo e uno psicologo, una tiflopedagogista e un’esperta in letture animate per bambini. “Durante il soggiorno – ha aggiunto la dottoressa Piccardi -, i genitori faranno attività insieme ai figli e, contestualmente, un percorso specifico con una psicoterapeuta che, attraverso l’arte terapia e il confronto, cerca di far vivere loro, con maggior serenità, il percorso educativo del proprio figlio. Per un genitore che affronta l’ingresso a scuola di un bambino non vedente di 3 anni d’età, per esempio, può essere molto importante confrontarsi con genitori di figli che già frequentano la scuola dell’infanzia o primaria e hanno superato questo momento”.
Famiglie e bambini sono uniti, così, per la prima volta, in un progetto che mette a punto, ovviamente, obiettivi specifici. I bambini, infatti, possono acquisire strategie e tecniche per l’esecuzione di funzioni specifiche di autonomia, sviluppare abilità sociali e socializzanti in contesti anche inusuali, fare nuove amicizie, incrementare l’abitudine a discriminare le informazioni multisensoriali, innestare performance di autonomia personale, processi di crescita affettiva e di riorganizzazione spaziale in ambiente protetto e nuovo. Ai genitori, invece, sono offerti gli strumenti per favorire un approccio comunicativo volto all’interiorità, all’ascolto e all’attenzione alla plurisensorialità, generando relazioni di reciprocità e fruendo di un ascolto attento e competente alle difficoltà e ai disagi emergenti. “Rispetto a 20 anni fa – ha concluso la dottoressa Piccardi –, in Umbria, il livello di integrazione dei bambini, ipovedenti o non vedenti, a scuola, è decisamente migliorato. Permangono, però, delle difficoltà relative alla preparazione degli insegnanti, vista l’assenza di una formazione specifica per i curriculari e per quelli di sostegno, e alla dotazione dei sussidi per l’apprendimento. La Federazione nazionale dell’Istituzione pro ciechi, da cui il centro tiflodidattico di Assisi dipende, ogni anno, concede alle famiglie, per questo, un buono di 130 euro. Non ci sono altri aiuti perché la scuola non ha i fondi e così, oggi, la possibilità di una completa dotazione specifica viene purtroppo a mancare”.

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