di Giuseppe Mattioli

Alcuni giorni fa, Piersilvio Berlusconi, in tenuta trionfante, in un’intervista al Corriere della Sera ha fatto delle dichiarazioni molto interessanti.
Allora, cos'è che non mi sta bene?
Avrei sopportato tutto quello che ha detto, se avesse iniziato la sua intervista dicendo: "Se non ci fosse lo Stato, la mia azienda non sarebbe esistita e sarebbe, oggi, di proprietà di Vivendi”.
Vivendi è la socia/concorrente francese che ostacolerebbe i piani di sviluppo Mediaset e la vorrebbe acquistare.
Questa dichiarazione avrebbe reso persino plausibile la sua risposta alla spinosa domanda sull'emendamento antiscalata Mediaset del governo italiano, domanda cui ha risposto candidamente dicendo che ” ogni Stato nazionale aiuta le sue imprese”.
Ma, come? Allora non solo le denunce, per anni di assistenzialismo nei confronti di Agnelli e De Benedetti, ma anche tutte le storie sulla legge suprema della libera concorrenza: guai allo Stato nel mercato, la teoria dei lacci e laccioli, sono solo cavolate? La verità, per chi la vuol vedere, è sempre visibile e controllabile.
I grandi capitani d’industria italiani sono tutti uguali, prototipi uno dell'altro: liberisti a parole e mantenuti nei fatti dallo Stato, cioè da noi contribuenti.
Nessuna sorpresa. Mediaset esiste (controllata da Fininvest) per volere del governo Craxi, ha prosperato con i governi di famiglia ed amici, salvata dall'attuale: altroché imprenditori illuminati
Non è solo ipocrisia: ma una delle tante facce del padrone per mantenere il potere e fare sempre affari.
Inoltre non credo, proprio, che sia una buona televisione, anzi. Di parte e padronale sicuramente. Attacca, da sempre, gli avversari politici: Talis pater, Talis filius. Tutti i giorni semina dubbi, sfiducia e malumore nei confronti del governo, scarsissima la presenza dei partiti di sinistra.
In un vero stato democratico dovrebbero esistere pluralità di testate, una buona legge sull'editoria e sulle televisioni. Purtroppo anche il centro sinistra, che non salva gli operai dal licenziamento e le fabbriche in crisi, invece corre in aiuto sempre dei padroni. L’altra faccia dell’ipocrisia di chi si dichiara dalla parte dei lavoratori.
Nella situazione attuale considerare Mediaset una risorsa nazionale è completamente sbagliato,perché è smaccatamente al servizio di una parte, quella avversa ai lavoratori.
Immaginate se tre televisioni e alcuni giornali, ora di un solo padrone- politico, li avessero la sinistra: ci sarebbe la rivoluzione in piazza e davanti alle Istituzioni, da parte di quelli di destra. Mobilitazione sobillata, alimentata, pagata e diretta dai mezzi di informazione dei padroni.
Basta ricordare che quando il Padrone era al governo e controllava sia la tv pubblica sia quella privata, alcuni giornali e riviste nazionali, affiancato dalla stampa degli amici, ebbe il coraggio di affermare che tutta l'informazione era in mano della sinistra, e non soddisfatto fece in tv il proclama bulgaro che espelleva i tre migliori giornalisti, secondo lui, scomodi. Fu subito obbedito.
Ricordiamoci sempre che i padroni, non cambiamo mai la sostanza dei loro interessi, solo la forma, qualche volta.

 

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