PERUGIA - Con la seduta dello scorso 28 marzo scorso il Consiglio Comunale approva definitivamente il Piano regolatore del Comune di Assisi, respingendo le osservazioni del “Comitato per la tutela dell’area dei castelli di Rocca S.Angelo, Sterpeto e San Gregorio”, prevedendo la trasformazione in area edificabile di circa 6 ettari di area agricola, sottostante la frazione di Rocca S.Angelo, una zone di grande pregio paesaggistico ed ambientale.

“Condividiamo le stesse critiche del comitato di cittadini al Piano regolatore di Assisi – è la dichiarazione di Legambiente Umbria – la scelta appare priva di qualsiasi giustificazione sotto il profilo dell'interesse pubblico urbanistico e ambientale, oltre che in violazione della normativa regionale che prevede che qualsiasi nuovo insediamento vada previsto in continuità con l'edificato esistente o con l'edificato di progetto previsto dal Piano regolatore vigente, facendo quindi attenzione ad utilizzare zone già urbanizzate. ”

Invece la nuova zona edificabile è prevista in zona agricola, in un'area di elevata sensibilità visuale e individuata come emergenza del sistema del paesaggio, in zona priva di urbanizzazione primaria e secondaria e senza nessuna continuità con le aree urbane esistenti, e quindi in evidente contraddizione con la normativa regionale vigente in materia.

“La nuova edificazione della zona dei Castelli – continua l'associazione ambientalista – ben rappresenta il nuovo Piano regolatore del Comune di Assisi, basato su un incremento di volumetria residenziale ingiustificato e assolutamente insostenibile su un territorio con un vincolo paesaggistico totale. Infatti è previsto un incremento di volumetria residenziale di totale di 473.660 mc, che uniti ai 666.268 mc. di volumetria residenziale residua del vecchio PRG, che è stata confermata, fanno ben 1.139.928 di nuovi palazzi e villette”.

“Ci appelliamo alla Provincia di Perugia, che ora è chiamata ad esaminare il Nuovo Piano regolatore di Assisi – conclude Legambiente – perché intervenga affinché blocchi questa nuova colata di cemento su un territorio unico per la sua valenza ambientale, storica e culturale, tanto da essere stato dichiarato Patrimonio Mondiale dall'Unesco. Un territorio che è una risorsa non rinnovabile per un'intera comunità e per generazioni future e che rischia di essere snaturato e omologato in favore di interessi particolaristici”.
 

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