PERUGIA - Proprio oggi, lunedì, si é iniziato a smontare lo splendido presepe allestito durante le festività natalizie nella chiesa di Sant'Ercolano, come é ormai tradizione. Già perché "Radici di Pietra", guidata dall'architetto Michele Bilancia, anche in questo periodo così martoriato del Covid 19, ha coltivato il desiderio e la determinazione, grazie alla collaborazione del rettore del tempio don Francesco Benussi, del Sodalizio di San Martino e dello stesso Comune, di presentare questa particolarissima natività, per il decimo anno consecutivo.
Il titolo del presepe quest'anno é stato "Barocco nel Barocco, quasi Rococò".
Spiega l'architetto Bilancia, anima del progetto: "Nonostante le enormi limitazioni imposteci dalla pandemia, abbiamo fatto salti mortali per non deludere le aspettative... Siamo stati costretti a ridurre, molto drasticamente, le dimensioni del presepe per scoraggiare gli assembramenti. Questo, può apparire un paradosso, ci é costato un enorme sforzo in più. Se non altro per mantenere alto il profilo della "meraviglia" e della "qualità" che di anno in anno mi ero sforzato di far crescere".
Il risultato, per chi ha avuto il piacere di visitarlo, é stato ottenuto e centrato alla grande. Tanto che ora, anche per la determinazione dell'assessore alla cultura Leonardo Varasano, l'esperienza sarà lo spunto per farne una sorta di "biglietto di auguri" per le città europee  coinvolte con Perugia nel progetto "Find your Greatnes". Insomma un successo nel successo.
Le visite, per i motivi di sicurezza sanitaria, sono state limitate quest'anno agli orari delle funzioni religiose del 24-25-26 dicembre e delle messe del mattino dell'1, 3, 6, 10, 17 gennaio. Per fare gustare al maggior numero possibile di persone "un tripudio di scene e personaggi della tradizione partenopea" é stato comunque prodotto anche un filmato, trasmesso già online, che chiunque può rivedere sulle pagine dell'assessorato alla cultura del Comune di Perugia e su Youtube. 
Davanti al presepe realizzato nella cappella di San Carlo Borromeo - decorata nel Seicento dallo scultore Jean Regnaud di Champagne - il coro dei Madrigalisti di Perugia ha intonato un brano natalizio dal titolo "Fermarono i cieli", creato da Sant'Alfonso Maria de' Liguori nel Settecento. La rappresentazione é animata da una Dama che, dalla sua nobile residenza Rococò, s'affaccia incuriosita alla vetrata: insomma rispetta l'auto-isolamento...
Alle spalle della Dama, in un parete della casa, il dipinto del mito di Aurora del pittore napoletano Francesco De Mura (1696-1784), rammenta il prodigio della creazione. Alla destra della scena, le flebili luci di una capanna, posizionata tra le rovine del fasti imperiali, rimandano alla forza inestinguibile che si rinnova continuamente: Gesù appena nato che ogni anno si riaccende nel cuore dei fedeli. Alla sinistra un"assembramento" di popolo riunito - nonostante i divieti - in una osteria accanto alla luce sfolgorante proveniente da una tomba vuota, a testimonianza della Resurrezione. 
Chi vuole e può non si perda, almeno, il filmato.
 

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